MADDALENA

LE DONNE DEL BRIGANTAGGIO | 24° episodio MADDALENA, UNA STORIA DI ORDINARIA POVERTÀ.
di Valentino Romano (*)

Contrada (Av), maggio del 1864.
La storia di Maddalena Lambiase non è nuova, avendola già pubblicata nel 2010 in “Nacquero contadini, morirono briganti”, ora riedito. Mi piace, tuttavia, riproporla perché, come si vedrà, emblematica e rivelatrice del pregiudizio, del clima di sospetto e di caccia alle streghe che accompagnò il nascere della Nuova Italia. La sua vicenda – tutto sommato marginale – s’inquadra nel più ampio contesto delle azioni della banda del brigante Manfra (quello stesso della famosa lettera merlettata alla non troppo fedele Mariannina). Se è marginale – potrà obiettare qualcuno – perché ne parli? Semplicemente perché, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli e, nella vicenda di cui discorriamo, sono proprio i “dettagli” che meritano la nostra attenzione.
I fatti: Manfra sequestra due proprietari del paese a scopo estorsivo; e, chiacchierando con loro, sostiene che i briganti “ricercano una somma di denaro per vivere, perché non potendo fatigare in quanto perseguitati, ogni rotolo di pane costa loro una piastra ”. La frase è l’enunciazione della dura legge della latitanza (con le tante accresciute difficoltà esistenziali che la stessa comporta), ma è anche l’implicita ammissione di una scelta fatta per necessità più che per naturale predisposizione a delinquere. Il passaggio successivo del pensiero di Manfra dovrebbe indurre a riflettere tutti coloro che, dall’alto del loro perbenismo di maniera, lanciano oggi strali nei confronti di quest’umanità dolente. Perché la macchia? Perché i briganti non rientrano, pur pagando il prezzo dei loro delitti, nel consorzio civile? I briganti si sono dati alla macchia e continuano a scorrerla, sostiene il brigante, “per non aver potuto sopportare le vessazioni che loro vengono fatti dalle autorità dei singoli paesi; che essi, avendo veduto che vari compagni presentatisi erano stati poi ristretti in carcere o fucilati e che quindi essi erano determinati di non arrendersi”. Manfra, inoltre, sempre stando alla successiva testimonianza dei due malcapitati sequestrati, rivela infine interessanti particolari sul cosiddetto “legittimismo” delle bande brigantesche: “… tutti attendevano il ritorno di Francesco Borbone, al che essi si adoperavano. E il Borbone pagava ad essi grana sessanta al giorno, pari a lire due e centesimi cinquantacinque, ma che il comitato borbonico di Napoli dava loro appena lire una e centesimi ventotto e che non potendo vivere per così poco stipendio erano obbligati a fare ricatti”. Questo dato, se reale, dovrebbe indurre alla riflessione: quasi tutti – chi a destra, chi a manca – riuscivano a vivere alle spalle dei contadini-briganti e i soliti furbastri della camarilla borbonica continuavano a depredare lo sprovveduto Francesco II.
Veniamo alla nostra involontaria protagonista: Maddalena è una contadina di mezz’età di Montorio Inferiore, una poveraccia che sopravvive di espedienti e di elemosina; spesso per mangiare se ne va per campi a raccogliere erbe selvatiche e quant’altro possa essere scambiato con un tozzo di pane. Proprio durante il sequestro dei due proprietari viene, dapprima, vista aggirarsi nelle campagne di Contrada e poi acquistare in un negozio di “privative” “tre pezzi di pane, un rotolo e mezzo di maccheroni, un poco di sale e un formaggio”. È inconcepibile! Come può permettersi una pezzente, una morta di fame di fare acquisti di viveri! E così riparte la caccia alle streghe (che, a ben riflettere non si è mai interrotta): per gli inquirenti non può che essere una manutengola della banda Manfra, incaricata di approvvigionare i briganti. Perciò è prontamente arrestata e portata davanti al Delegato di P.S. che le impone di dire la verità e di collaborare alla cattura della banda.
Maddalena (che, tra l’altro, non ci sta nemmeno tutta con testa) casca dalle nuvole: balbetta che nella mattinata era in giro per campi a raccogliere asparagi selvatici da rivendere poi in paese. Aggiunge che – al limitare di un bosco – sarebbe stata avvicinata da una persona che non conosceva, forse un guardiano, che l’aveva obbligata ad allontanarsi e che, per togliersela di torno, le aveva pure dato una moneta. Con questo denaro era subito corsa a Contrada per comprare il poco cibo che aveva con sé al momento dell’arresto. Il Delegato non crede alle giustificazioni della donna e le chiede perché mai lei, che è di Montoro, sia andata a comprarsi il cibo a Contrada. La risposta di Maddalena è disarmante: “ho comprato questi commestibili a Contrada perché nel mio paese vivo di elemosina. Se li avessi comprati lì la gente non mi avrebbe creduto più povera e non mi avrebbe più fatto l’elemosina.
Chi è povero, insomma, povero deve rimanere. E perché possa continuare ufficialmente ad esserlo … non può sfamarsi. Altrimenti che povero sarebbe mai uno con la pancia , almeno una volta, piena? Non fa una piega!
Il Delegato, ça va sans dire, non crede alle affermazioni della mendicante e la sbatte in galera in attesa di fatti nuovi. Che, fortunatamente, dopo qualche giorno, si verificano: i due proprietari rapiti vengono rilasciati dal Manfra e possono raccontare i dettagli della loro disavventura. Tra le altre cose dicono di aver visto un giorno – dal bosco dove erano inquattati con i briganti – una donna che si aggirava nei paraggi a raccogliere legna e asparagi: un brigante era uscito allo scoperto e, fingendosi un guardiano del bosco, le aveva intimato di allontanarsi. La donna si era difesa sostenendo che gli asparagi che stava raccogliendo le servivano per mangiare e il brigante, pur di allontanarla, le aveva regalato una moneta perché andasse a comprarsi da qualche altra parte un po’ di roba; aggiungono i due che la donna aveva dato loro l’impressione di una poveraccia anche un po’ fuori di testa “non isciente”.
La testimonianza dei due coincide con quella di Maddalena e il signor Delegato è costretto, suo malgrado, a rimetterla in libertà. Non è, però, il caso di dare troppo addosso al solerte funzionario di polizia: tutto sommato il suo ragionamento ha un suo fondamento logico, una ratio elementare; sei povero? E allora devi, per forza, essere dalla parte …dei briganti.
E questa storia ha pure un lieto fine, rifletteteci un attimo: qualche brodaglia gliel’avranno pure passata! Così, anche solo per qualche giorno, Maddalena non ha dovuto procurarsi il cibo, glielo ha dovuto fornire lo Stato “liberatore”: Come dite, l’ha pagato a caro prezzo? Ma non vi accontenta proprio nessuno! E poi, quando mai un povero non ha dovuto pagare a caro prezzo ciò che era un suo diritto?
Ad ogni modo, buon Ferragosto a tutti.

(*) Promotore Carta di Venosa

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