LA DANZIMANIA -malattia popolare del Medioevo

COP 2 La_danzimania_malattia_popolare_nel_medi-3RICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL LIBRO “LA DANZIMANIA -malattia popolare del Medioevo” G.F.C. HECKER -firenze-1838

INTRODUZIONE
“Questa nemica dichiarata d’ogni utile riforma ( la superstiaione), questa leva che agita la terra fissando il suo punto d’appoggio nei cieli, questa tiranna degli ingegni, che in tutti i secoli ha dichiarata la guerra a coloro che per fortuna degli altri, ma che per loro propria disgraaia, la natura ha condannati ad esser
grandi uomini, che nella Grecia condannò Socrate a morire,caricò Anassagora di catene, esiliò Demetrio Falereo,che in Olanda innalzò un rogo per sacrificare all’oblio ed allo zelo di un ministro imbecille le opere di Descartes, che in Inghilterra perseguitò Bacone, che in Francia accusò Gebert come mago, e turbò fino le ceneri di quei solitarj restauratori delle acienae, e della morale; la superstizione io dico, che perpetuando fra gli uomini l’ignoranaa e gli errori, avrebbe per sempre
impedita e renduta funesta ogni riforma nelle leggi, è stata proscritta, e la Religione, che il fanatismo aveva per più secoli imbrattata col sangue delle nazioni, e colla miseria dei popoli, è divenuta qual deve essere, e quale è stata nella sua origine, il vincolo della pace, e la base delle virtù sociali”
FILANGIERI, Introduzione alla Scienza della Legislazione.
Da PAG 8 A 10

ALLA ILLUSTRE ACCADEMIA PONTANIANA DI NAPOLI

L’interesse storico e psicologico che mi destò la lettura della presente Monografia, il desiderio appalesatomi dall’Autore, che io amo e stimo moltissimo ,di vedere questo frutto prediletto delle sue veglie ridotto a lezione italiana, e l’impulso datomi dal valoroso Prof.Pucci- NOTTI, lustro della nostra penisola, mi determinarono a voltare nel nostro idioma la Danzimania del ch. Prof.HECKER di Berlino.
E non è già per seguire l’uso generalmente invalso di una Dedica, ch’io oso indirizzare la presente Versione a codesta dottissima Assemblea, ma bensì certo di soddisfare ad uno strettissimo obbligo, appartenendovi tanto l’Autore ch’è Vostro Socio, quanto la cosa, essendo il Tarantismo parto, o, per meglio dire, aborto del vostro suolo.
Non isdegnate frattanto di accogliere anche i sentimenti più vivi di quella profondissima stima, e venerazione, con cui sarò sin che io viva.

Venezia li 8 Settembre 1837.

Devotissimo Vostro
VALENTINO FASSETTA.

PREFAZIONE DELL’AUTORE

I fenomeni di cui si terrà parola in questa Opera garantiscono uno sguardo profondo nellA essenza spirituale della umana società.-Essi fanno parte della Storia, e non si riprodurranno giammai come furono; mostrano però nell’uomo una parte che può esser ferita, cioè l’impulso della imitazione, e stanno perciò in rapporto strettissimo colla vita sociale dell’uomo. – Sembrò prezzo dell’opera descrivere malattie che si estendono come i raggi della luce, e colla rapidità del pensiero, e che collo stimolo sensuale scuotono lo spirito, ed emanano maravigliosamente il loro influsso sui nervi, veicoli della volontà e dei sensi; e cotali malattie parvemi poter collocare fra l’epidemiche, poichè avendo una origine più materiale, attaccano più il corpo che l’anima, come pure tutte le passioni e moti, che si avvicinavano in modo alle malattie da poterne ad ogni istante far parte. -Se dagli esposti fatti si potrà convincersi, che la umanità nel creato che la circonda si muova come un tutto in corpo e in anima, potrebbe sperare allora l’Autore di essersi avvicinato alla idea, che le malattie stiano in rapporto coi luoghi, e coi tempi, e si lusinga di vedersi incoraggiato, dall’aiuto di quanto si compiaceranno comunicargli i contemporanei investigatori del vero, a progredire nello intrapreso cammino delle scoperte. –
Berlino li 21Settembre 1832 .
HECKER

Da PAG.31 A 35

4. DANZIMANIE PIU’ REMOTE

Del resto la danzimania del 1374 non era un fenomeno del tutto nuovo,ma ben conosciuto nel medio evo; e tramandato di generazione in generazione mercè’ le molte storielle, e racconti prodigiosi. Vuolsi che in Erfurt nell’anno 1237 oltre duecento fanciulli venissero improvvisamente colpiti da questa malattia, e danzando e saltando avessero fatto il viaggio di Arnstadt (Arnstadt, piccola città d’Allemagna nella Turingia, e distante tre miglia tedesche da Erfurt al S.(Nota del Trad.) dove giunti cadessero esauriti di forze sul suolo; e secondo una Cronaca antica molti di essi, perirono dopo essere stati condotti alle poprie famuglie dai rispettivi genitori e gli altri si rimasero travagliati per tutta la vita da tremori continui (J. Chr. Beckmann, Historia du Furstenthums Anhalt.(Storia del Principato di Anhalt) Zerbst 1710 fol. P.III. libr.IV, Cap. 4.§3. pag. 467 ).
Si racconta inoltre che duecento danzanti sul ponte della Mosella in Utrecht, nell’anno 1278 (li 17 giugno) non vollero desistere dal ballare sinchè, un sacerdote noncomparve col Corpo di Cristo dinanzi ad un ammalato, e che, per gastigo del loro delirio,rottosi il ponte tutti si annegarono (J.Martini Minoritae Flores Temporum in Jo.Georg.Eccard, Corpus historiae medii aevi. Lips. 1723 fol.Tom.I. p. 1632).

Un fatto simile accadde anche l’anno 1021 presso la Chiesa del monastero di Kolhig poco distante da Bernburg. Narrasi che diciotto paesani, di alcuni dei
quali conservasi tuttora il nome, stanti sul cimitero, turbassero coi loro balli e strepiti le religiose cerimonie della Notte di Natale; onde il Sacerdote Ruperto scagliò sopra di essi la maledizione che fossero condannati a ballare ed a gridare incessantemente per un anno intiero, la quale imprecazione vuolsi completamente avverata, e che quegl’infelici sprofondati nella terra fino al ginocchio, e senz’aver gustato cibo per tutto quel tempo, ne venissero alla perfine liberati mercè la intercessione di due piissimi Vescovi._Vien soggiunto che cadessero quindi in un sonno profondo di tre giorni, che quattro di essi morissero, e gli altri conservassero il tremor delle membra per tutta la vita (Beckmann, loogo citato, § I. f.465, dove si trovano molti altri cenni di qoesto ben noto avvenimento. L’indicato prete è quello stesso che vive tuttora nella memoria dei fanciulli sotto il nome di Kneckt Rupreckt, Fra Ruperto).

Non è prezzo dell’opera l’investigare ciò che vi abbia di vero, e ciò che sia da ritenersi come aggiunto in qnesta storia stranamente sfigurata; basti il sapere che essa trovò credenza per tutto il medio evo, e che venne narrata con stupore, e raccapriccio, Quindi ove si fosse presentata una occasione atta ad eccitare il furore, e la danzimania, non poteva a meno di far sentire il suo potere sopra uomini che credevano ai prodigj, ed ai fantasmi.
Da questo stato o condizione degli animi affatto confacente al medio evo, e che per somma ventura della umanità si è ormai dissipata mercè il migliorato costume, e la istruzione popolare, spiegasi la origine, e la lunga durata di una tal malattia straordinaria dello spirito.
Le persone di sano intelletto inorridivano e raccapricciavano alla rimembranza di sì grave calamità, che la tumultuante rozzezza imprecava ai suoi nemici ed oppositori con un proverbio già da gran tempo caduto in dimenticanza (Dass dich Sanct Veitstanz ankomme: Che ti venga il ballo dì S. Vito, Joh Agricola, settecento e cinquanta proverbi tedeschi. Hagenau 1537.8.497 pag.268.)
La indignazione contro la scostumatezza di quel tempo si fece conoscere anche in ciò, che si risguardava la inefficacia del battesimo amministrato da preti dissoluti, come causa di un male sì terribile, quasi che gl’innocenti fanciulli avessero dovuto in più tarda età espiare la profanazione fatta al Sacramento da indegni ministri (Spangenberg Adels- Spiegel (Specchio di nobiltà), opera citata, cosi si esprime nella maschia sua favella: ciò venne interpretato da alcuni come se non fossero stati regolrmenle battezzati ovvero he il loro nbatte1imo non fosse stato abbastanza efficace, per averlo ricevuto da Sacerdoti che vivevano sfrontatamente in pubblico concubinato con dissolute meretrici; la qual cosa vuolsi movesse a sollevazione la plebaglia, e che questa avesse uccisi tutti i preti. -Veggasi l’Appendice al N.1)

Si è già ricordato in qual grave pericolo fossero incorsi i Sacerdoti dei Paesi­Bassi in forza di una tale credenza. Egli è ben vero ch’essi studiavansi di affrettare con esorcismi la loro riconciliazione col popolo irritato (Bzovii annal, ecclesistic. Opera citata, pag.1468), ed a quel tempo oltre modo degenerato; e tali esorcismi procuravano loro maggior credito che per lo innanzi, da poi che mille attaccati risanarono per loro mezzo; in generale però si rimase la diffidenza, e le sacre formule erano divenute impotenti ad arrestare gli ulteriori progressi di un male troppo radicato, non altrimenti che le preghiere ed i divini uffizj celebrati
all’altare del veneratissimo Martire. Egli è quindi da ascriversi soltanto al caso e ad una certa repugnanza per le malattie diaboliche, se della seconda metà del decimoquinto secolo si conservarono notizie false, e di nessun rilievo circa il ballo di San Vito. La epidemia psichica non avea scemato punto nella sua intensità, checchè ne dicano in cootrario le frequenti descrizioni tratte dal secolo decimosesto; nè si può trovare alcun fatto che autorizzi a ritenere che taluno dei sintomi essenziali, come nemmeno la timpanite, fossero scomparsi, e quindi il male si fosse reso più semplice. I medici, a quanto pare, non s’impegnarono menomamente nel trattamento dei danzimaniaci per tutto il secolo decimoquinto, spettando esso, giusta le idee di quei tempi, esclusiva mente ai ministri delJa Chiesa. Non possedevano essi alcun rimedio contro le malattie indemoniate, e sebbene alcuni tra loro sin da principio avessero esternato che la Danzimania avea il suo fondamento in certe cause naturali, come per esempio il temperamento caloroso, ed altre circostanze designate co’termini proprii della scuola (Vedi Appendire ai N.III e IV.), tanto lieve calcolo si fece di tali idee, che non si reputava prezzo delJ’opera dividere con gelosi Sacerdoti le cure di ossessi girovaghi ed accattoni.

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