“La Provincia Samnii e la viabilità romana”

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TRATTO DA “La Provincia Samnii e la viabilità romana” di Gianfranco De Benedictis

pag.48-50

 

 

 

La via Sulmo-Aequum Tuticum

VIABILITA

ISCRIZIONILe iscrizioni rinvenute nei pressi di località Ponte Sorgenza. [Pontelandolfo (BN)]

Gli unici elementi affidabili per l’individuazione di Super Thamari fluvium sono conseguentemente due: il riferimento ad un punto di attraversamento del fiume Tammaro; la distanza da Bovianum di circa 27 km.
Quest’ultima connotazione ci porta ancora una volta nell’alta valle del Tammaro. I più hanno posto questo punto presso Morcone. Da quanto affermato, la strada che da Bovianum portava a Beneventum seguiva un itinerario lungo il quale si incontrano in successione:
1) bivio per il santuario di Ercole Curino (presso Campochiaro) a 4 miglia romane;
2) il municipio romano di Saepinum (Altilia, presso Sepino) a circa 6 miglia romane;
3) la mansio di Super Thamari fluvium (alta valle del Tammaro) a 8 miglia romane da Saepinum;
4) Sirpium a 12 miglia romane da Saepinum (alta valle del Tammaro) con bivio per Telesia;
5) la mansio di Ad Aequum Tuticum a 12 miglia da Sirpium con bivio per Forum Novum;
6) Beneventum a circa 6 miglia dalla mansio di Ad Aequum Tuticum.
Problematica resta l’ubicazione di Sirpium, centro di cui sappiamo poco o nulla, né aiutano le due iscrizioni in cui compare come nomen (32). Le fonti medioevali relative alla Sepino romana ci pongono chiaramente di fronte ad uno stretto Collegamento tra Saepinum e Beneventum, città ricordata sin dal primo medioevo per il nome di una porta e della strada che da questa porta si dirige in direzione di Benevento 33.
Ciò avvalorerebbe la presenza di una strada antica che, passando sotto Morcone, si dirigeva in direzione di Benevento.
La distanza riportata dalla T.P. tra Saepinum e Sirpium ci porta a Pontelandolfo, nei cui pressi è un bivio da cui si dipartono due strade, una in direzione di
Beneventum, ed una in direzione di Telesia. Circa l’ubicazione di Sirpium, possono essere utili i pochi dati relativi ad una zona archeologica posta a circa due
chilometri a nord di Pontelandolfo: un’ampia e spaziosa pianura denominata Sorgenza 34, dove si ritiene che fosse anche Santa Teodora, ricordata in un documento del 1064 35.
Una breve monografia del secolo scorso ricorda il rinvenimento di strade lastricate, ambienti disposti da oriente ad occidente e un cippo miliario “alto palmi sette quadra palmi due con cinque linee” 36. Nell’area, estesa per oltre 500 x 500 m, il terreno ha una presenza di materiale archeologico molto densa: recenti lavori agricoli hanno portato alla luce resti di un grosso impluvio in pietra e più di una decina di blocchi relativi ad un euripus, la canaletta allo scoperto che compare in genere nei fora romani per la raccolta dell’acqua 37.
Da zone poste a breve distanza provengono le seguenti iscrizioni inedite:

località Toppo Mondolfo / Monti;
stele a forma di edicola; h 118 x 57, pf. 23 cm;
campo ep. h 80 x 44;
h lettere l. 1-2-3: 5;
l. 4: 6 cm:
N(umerio) Claudio
Maximo
coll(egium) Volc(ani)
f(aciundum) c(uravit) 38
località Monaci; stele con timpano e acroteri stondati laterali; h 102 mx x 55,5 mx; pf. 31 mx; campo epigrafico h 71 x 44; h lettere l. 1: 5; l. 2: 4; l. 3: 4,8:
Q. Bavio Crispino
coll(egium) Volc(ani) 39

Quanto oggi sappiamo di Telesia 40 ci pone nella possibilità di indicare la porta posta a nord del circuito murario come l’inizio di questa strada che, dall’area
archeologica di S. Salvatore Telesino, si dirigeva verso Castelvenere e Guardia Sanframondi per poi proseguire verso questa zona dell’agro di Pontelandolfo.
L’accesso a questa strada è controllato dalle fortificazioni sannitiche di Rocca S. Salvatore e Monte Pugliano 41.
L’indicazione dataci dall’Itinerarium Antonini della mansio di Super Thamari fluvium ci induce invece a considerare un bivio che sicuramente ci porta in direzione del municipio dei Ligures Bae biani.
Da qui proviene un cippo miliario ricordato in una pianta edita dal Garrucci 42, di cui purtroppo non si hanno altre notizie (del cippo furono richieste notizie dal
Mommsen al De Agostini 43). Ciò nonostante, la presenza di questa strada è ben documentata: ci sono noti diversi cippi miliari rinvenuti tra Circello (Ligures Baebiani) ed Ariano Irpino-Contrada S.Eleuterio (Aequum Magnum) relativi alla Via Herculia. Essi ci permettono di conoscere la denominazione della nostra strada
almeno dalla seconda metà del III sec. d.C.
Appare infatti evidente dai cippi rinvenuti presso Venosa (CIL, IX, 6066 = 6971), da Ariano Irpino (lo calità Zuncoli; CIL, IX, 6964, e località Monteleone, CIL, IX,6058) che la strada con questa denominazione ha subito rifacimenti all’inizio del IV sec d.C. (viam Herculiam ad pristinam faciem restituit), ma già in precedenza aveva questo appellativo.
Questa strada (via Herculia) prende nome dall’imperatore Valerio Massimiano soprannominato l’Erculio, che ne curò la sistemazione tra la fine del III e l’inizio del IV sec. d.C.
Che si parli della nostra strada si ricava dalla citazione di Aufidena come punto di riferimento.

BLOCCHIAlcuni dei blocchi lavorati rinvenuti in località Ponte Sorgenza. [Pontelandolfo (BN)]