La “Presuntuosa” per ricordare il tempo epocale della transumanza

25

La “Presuntuosa” per ricordare il tempo epocale della transumanza

Il giorno del fidanzamento ufficiale, la famiglia del giovane, raccolto in un pezzo di tela, legato a fagottino, portava in dono alla futura sposa, un chilogrammo d’oro da quattordici carati, consistente in: due cerchioni per le orecchie, del diametro di circa quattordici centimetri, le cosiddette sc’qquagl’; un laccio lungo quasi due metri e doppio nove millimetri, brillòcchi (monili) di tutte le dimensioni, una decina di anelli e la famosa stella a due cuori, simbolo dell’unione in matrimonio, che ha il nome di “Presuntuosa” in gergo “Pr’s’ntósa”, gioiello tipico femminile adottato e fatto proprio dalla tradizione orafa abruzzese durante il tempo epocale della transumanza. Molteplici tratturelli attraversavano il territorio di Pontelandolfo per immettersi nell’immenso Tratturo Regio Pescasseroli Candela a circa 3 km dal paese interessato alla località Pianelle da un breve tratto dalla strada della transumanza. Originariamente “Presentenza” diviene la “Presentosa” a seguito della breve descrizione che ne fa Gabriele D’Annunzio nella sua opera “Il trionfo della morte” del 1894: “Portava agli orecchi due grevi cerchi d’oro e sul petto la presentosa: una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori”. In occasione della XXVI edizione della Mostra dell’Artigianato della Majella tenutasi a Guardiagrele dal 1° al 20 agosto 1996, l’Ente organizzatore allestì una sezione monografica dal titolo: Omaggio alla Presentosa. L’apparato iconografico e documentario furono curati da Adriana Gandolfi, che per conto del Museo delle genti d’Abruzzo di Pescara, in collaborazione con la sezione dell’Archeoclub di Guardiagrele e la Regione Abruzzo, aveva appena concluso una ricerca sul territorio relativa all’antica produzione di oreficeria tradizionale. La ricerca archivistica, effettuata all’epoca parallelamente a quella sul campo, evidenziava come tale gioiello fosse già di uso popolare, con la stessa definizione di “Presentosa”, usata dal D’Annunzio, già nei primissimi anni dell’Ottocento e, quindi, si può con certezza affermare una sua origine settecentesca. I luoghi di produzione più antichi di questo particolarissimo gioiello sono Agnone (fino al 1811 in territorio abruzzese poi inglobata in territorio molisano) e Guardiagrele. Nel corso degli anni, poi, l’uso si diffuse soprattutto in area frentana, peligna e nell’aquilano. Altri importanti centri di produzione divennero L’Aquila, Sulmona, Pescocostanzo e Scanno. In una fase successiva si diffuse anche nell’Italia meridionale, in particolare in Campania e sul Gargano, una diffusione stilistica sicuramente favorita dal fenomeno della transumanza, migrazione stagionale che i pastori abruzzesi effettuavano in questi territori già in epoca preromana. La Presuntuosa è un vero capolavoro di arte orafa, si tratta di un ciondolo composto di un telaio (o scafo) di forma stellare, il cui spazio circolare interno è riempito da spiralette realizzate in filigrana o in cordellina semplice; al centro campeggiano due cuori uniti da un crescente lunare rovesciato (simboli di amore e felicità).
Questo gioiello veniva ricevuto dalle giovani donne quale promessa d’amore: era un “presente” ossia un “dono”, da cui deriva la definizione dialettale “presentenza” e la successiva “presentosa”; questa usanza spiega perché tra tanti, prevale il motivo simbolico del cuore e, a fronte di un’analisi più approfondita del contesto socio culturale, si è portati a credere che questo gioiello costituiva un vero e proprio mezzo di comunicazione visiva. Un cuore al centro della stella rendeva noto infatti lo stato nubile dell’indossatrice. Il monile recante due cuori, legati da un elemento semilunato, era donato il giorno del fidanzamento come pegno d’amore, come patto di promessa sposa. La Presuntuosa con due cuori rappresentava, pertanto, la promessa di matrimonio alle giovani donne a cui veniva donata dalla futura suocera o dallo sposo. La Presuntuosa, dunque, di chiare origini abruzzesi, diviene di fatto anche un gioiello tipico della tradizione pontelandolfese, nella sua forma caratteristica meglio conosciuta come la “Stella di Pontelandolfo”, che nel tempo è diventata un oggetto ancora più prezioso, non solo per ciò che ha da mostrare di sé, ma soprattutto per quello che ha da raccontare. Un monile che rappresenta il filo di unione tra il passato con il presente, scrigno di memorie e di tradizioni antichissime. Per non incidere troppo sul costo la Presuntuosa veniva sempre realizzata in oro a basso titolo (8, 12 e più raramente 14 carati). In tempi in cui la manodopera costava piuttosto poco, a compensare lo scarso valore dell’oro c’era la lavorazione in filigrana che permetteva di realizzare con piccole quantità di materiale oggetti molto preziosi.

Gabriele Palladino

Significato del termine
In dialetto abruzzese presentosa parrebbe significare presente, dono, tuttavia altri autori vogliono fare derivare il termine da presentazione per il fidanzamento, altri ancora da presunzione femminile, in quanto il monile viene sempre posto in bella mostra ed evidenza
Origini
Le origini della presentosa non sono note, tuttavia le prime notizie attestate sulla produzione di tale manufatto risalgono ad un periodo compreso fra il 1804 e il 1816, quando compare per la prima volta come bene dotale di spose, mentre le prime fabbriche sorgono ad Agnone (appartenuta all’Abruzzo fino al 1811) ed a Guardiagrele. Nel 1894, Gabriele d’Annunzio fa una piccola descrizione del monile nel suo libro Il trionfo della morte . Ulteriori luoghi dove si è successivamente sviluppata la fabbricazione del gioiello sono L’Aquila, Pescocostanzo, Sulmona e Scanno. Attualmente nei centri di Pescocostanzo, Roccaraso, Scanno e Sulmona vengono realizzate delle presentose da maestranze artigiane locali .
Significato originario dei cuori all’interno della presentosa
Il motivo simbolico per eccellenza è il cuore riprodotto al centro del medaglione in diverse varianti, cuori uniti, cuore singolo, cuori accompagnati da lacrime o da sangue, da fiamme ardenti oppure uniti da una chiave. Si è diffusa nel tempo la teoria, del tutto priva di fondamento, che vuole attribuire il ciondolo con un solo cuore alle nubili, quello con due cuori alle fidanzate e quello con due cuori con mezzaluna alle maritate. A Pescocostanzo prevale la presentosa con un solo cuore. Questo ciondolo poteva essere donato in occasione della prima comunione e in quel caso riportava al centro la colomba dello Spirito Santo. Accanto a questo esistono anche altre tipologie alternative come quella con una nave al centro ad indicare il percorso sentimentale verso una nuova vita. Queste raffigurazioni simboliche erano sempre contornate da riccioli o spirali di lavorazione diversa mentre la forma è sempre quella a stella, seppure il numero delle punte può variare molto.