Corografia:1844 Divisioni di territori

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COROGRAFIA FISICA, STORICA E STATISTICA DELL’ ITALIA E DELLE SUE ISOLE  CORREDATA DI UN ATLANTE DI MAPPE GEOGRAFICHE E TOPOGRAFICHE E DI ALTRE TAVOLE ILLUSTRATIVE

DI ATTILIO ZUCCAGNI-ORLANDINI  – ITALIA INFERIORE O MERIDIONALE
VOLUME UNDECIMO – FIRENZE PRESSO GLI EDITORI 1844

pag 741-748

Sez.II
TOPOGRAFIA STORICO-GOVERNATIVA
CENNI STORICI SULLE ANTICHE DIVISIONI DEI DOMINI DI QUA DAL FARO.

 

 

REGNO NAPOLI

(a) Divisioni territoriali anteriormente al dominio dei Romani.

Nella sezione della Corografia Storica si additarono i piccoli Stati nei quali era repartita qaesta meridionale contrada dltalia, dalle rive del Tronto al Capo delle Armi : non dispiaccia se qui se ne dia una ripetizione sommaria nel seguente prospetto delle vetuste libere popolazioni , poi sottomesse al dominio di Roma:

1. La Sabina , in quella parte che si estendeva nell’alta Valle del Velino;
2. L’agro dei Palmensi dei Pretuziani e degli Adriani, racchiuso fra il Tronto e la Piomba;
3. Il Paese dei Marruccini e dei Frentani , il quale aveva a confini la Pescara ed il Fortore ;
4. Il Sannio, corrispondente in gran parte al Contado di Molise ;
5. L’agro dei Volsci e la Campania, or Terra di Lavoro e Provincia di Napoli;
6. Gli Irpinii e la Lucania , ora Principato;
7. L’Apulia e la Daunia, ora Capitanata ;
8. La Peucezìa, ora Terra di Bari ;
9. La Magna Grecia suddivìsa in diverse popolazioni.

(b) Divisioni territoriali sotto i Romani,

Quando Roma ebbe soggiogate tutte quelle popolazioni, alcune delle loro città addivennero confederate, altre Prefetture; ve ne furono con titolo di Municìpio, ed in
moltissime furono dedotte Colonie. Queste ultime , per la loro moltiplicità, ebbero la suddivisione in latine, romane e militari: citeremo tra le prime Calvi, Isola, Sessa e Teramo : tra le seconde Lucera di Puglia, Ponza, Alba, Sora, Venosa , Atri , Benevento , Isernia , Brindisi , Pozzuoli , Salerno , Cotrone , Squillace,
Teramo , Nola , Avellino , Capua , Bojano , Venafro , Cajazzo , Calvi, Teano, Acerra, Alife, Arpino : tra le terze o militari , Aquino, Telese , Atina , Reggio, Sor-
renio , Nocera , Avella , e molte altre.

Lo storiografo Pellegrino , il Dodwell , il Giannone, il Panvinio ripeterono, che l’Imperatore Adriano fu il primo a dividere l’Italia in XVII Provincie, mentre l’avea
trovata repartita in XI Regioni. Tillemont dimostrò giustamente l’insussistenza di quella pretesa divisione, provato avendo che Adriano non fece che affidare il governo civile dell’Italia a quattro Consolari: ed il Salmasio fu d’opinione che il reggimento di questa parte della Penisola fosse affidato al Consolare di Campania. Dal precitato Imperatore fino a Costantino si repartirono il governo territoriale Correttori, Presidi, Prefetti e Vicarj; solamente ai tempi di Costantino venne incominciata la divisione per Provincie.

Ciò premesso trovasi che sotto la disposizione dei Consolari era nel VII luogo la Campania e nell’VIII la Sicilia. Al tempo dei Correttori la Puglia e la Calabria
formarono uoa Sezione territoriale; la Lucania ed i Bruzii, un’altra. Sotto i Presidi , che furono sette , era in IV luogo il Sannio , e comprendeva tutti gli attuali Dominii.
Sul declinare del romano impero sembra che il moderno Reame di Napoli fosse repartito nelle IV Provincie della Campania , del Sannio; della Lucania e dei Bruzii; della Puglia e Calabria.

(e) Divisioni territoriali dopo le irruzioni dei barbari , poi dei Normanni e dei successori.

I Re Goti non alterarono il regime delle napolilane Provincie, ma i Longobardi le repartirono in Ducati, Marche, Contee, Viscontadi e Gastaldati ; resta bensi un qualche indizio della division generale in due grandi Regioni o Themata , una detta Thema Langobardiae e Thema Calabriae : quel nome distintivo di greca origine
si vuole derivato da Thema indicante Legione, perché le due Provincie da Legioni particolari erano presidiate.
Al comparire dei Normanni i Dominii di qua dal Faro comprendevano ì Ducati di Benevento , di Salerno, di Capua, di Napoli, di Gaeta: era Provincia posseduta
dai greci la Calabria. Dopo la istituzione dei Giustizieri, e segnatamente ai tempi del secondo Federigo , furono portati al numero di IX i Giustizierati, coi titoli seguenti :

I. GIUSTIZIERATO di Abruzzo
II. GIUSTIZIERATO di Terra di Lavoro
III.GIUSTIZIERATO del Principato
IV. GIUSTIZIERATO di Basilicata
V. GIUSTIZIERATO di Capitanata
VI. GIUSTIZIERATO di Terra di Bari
VII.GIUSTIZIERATO di Terra d’ Otranto
VIII.GIUSTIZIERATO della Valle di Crati e di Terra Giordana
IX. GIUSTIZIERATO di Calabria.

DIVISIONE TERRITORIALE MODERNA.

Le nove Provincie sopraindicate vennero successivamente portate al numero di XII ; moderaamente poi fino a XV. Ogni Provincia è divisa in Distretti; questi suddivisi in Circondarj , ognuno dei quali coimprende un diverso numero di Comuni: correspettivamente, i diversi rami amministrativi sono distinti in Provinciali , Distrettuali e Comunali. Ma prima di far conoscere il sistema amministrativa, giovi additare il nome delle Provincie.

* Provincie o Intendenze di Prima Classe

I. Provincia di Napoli; in 5 Distretti con 40 Circondari e 67 Comuni.
II. _ _ di Terra Di Lavoro ; in 5 Distr, con 49 circond. e 233 Com,
III. — — di Principato Citeriore ; in 4 Distr. con 43 Circond. e 164 Com.

** Provincie o Intendenze di Seconda Classe

IV. Provincia di Basilicata ; in 4 Distretti con 42 Circondarj e 122 Comuni,
V. – — di Principato Ulteriore; in 3 Distr. con 34 Circond. e i36 Com,
VI. – — di Capitanata; in 3 Distr. con 31 Ciraond. e 62 Comuni,
VII. — — di Terra di Bari; in 3 Distr. con 37 Circond. e 53 Com,
VIII. — — di Terra d’Otranto; in 4 Distr. con 44 Circond. e 122 Com,
IX. – — di Calabria Citeriore; in 4 Distr. con 43 Circond, e i5i Com,
X. — — di Calabria Ulteriore Seconda; 4 Distr. con 37 Circond, e 150 Com. ‘

*** Provincie o Intendenze di Terza Classe

XI. Provincia di Calabria Ulteriore Prima ; in 3 Distr. con 26 Circond, e 109 Comuni.
XII. — — di Molise; in 3 Distr, con 33 Circond, e 142 Comuni.
XIII- — — di Abruzzo Citeriore ; In 3 Distr. con 25 Circond; e 120 Comuni.
XIV. — — di Abruzzo Ulteriore Primo; in 2 Distr. con 17 Circond, e 73 Comuni.
XV. — — di Abruzzo Ulteriore Secondo; in 4 Distr. con 31 Circond, e 123 Comuni.

Le precitate XV Provincie sono dunque divise in cinquantatre Distretti ; e questi vengono repartiti in cinquecentotrentaquattro Circondarii, nei quali sono compresi 1827 Comuni. L’Amministrazione vien regolata nel modo seguente.

(1) Amministrazione provinciale

La primaria autorità di ogni provincia è l’Intendente: a lui incombe il tutelare i Comuni e i pubblici stabilimenti e fare eseguire il reclutamento dell’esercito ha ingerenza pure sopra ogni altro oggetto di pubblica amministrazioue, con facoltà di provvedere nelle materie di sua competenza sulle domande che gli vengono fatte: può
perfino richiedere l’assistenza della forza pubblica nelle cose di suo attributo. Il Governo dà all’Intendente un Segretario Generale, che ne fa le veci in caso di assenza od impedimento. L’ Intendente è assistito nelle sue funzioni amministrative da un Consiglio d’Intendenza il quale nei dominj di qua dal Faro è composto di cinque, di quattro o di tre individui, secondochè l’Intendenza è di prima, di seconda o di terza classe: il Consiglio è preseduto dall’Intendente o dal Consigliere più anziano di nomina ; contro le di lui deliberazioni si ammette il solo ricorso in devolutivo alla Gran Corte de’conti. Ogni provincia è poi rappresentata da un Consiglio provinciale che ne regola gl’interessi: venti individui lo compongono nelle Provincie di prima e seconda classe; qundici in tutte le altre: si riunisce una volta l’anno dopo la chiusura dei Consigli distrettuali ma le sue sessioni non continuano oltre venti giorni. Si annoverano quindici Intendenze di qua, sette di là dal Faro.

(2) Amministrazione Distrettuale

In ciascuno dei Distretti onde compongosi le provincie ( escluso quello ove risiede l’Intendenza ) è stabilito un Sottintendente con un Consiglio distrettuale. Il
Sottintendente è la primaria autorità nel suo distretto, e con dipendenza dell’Intendente ivi n’esercita gli attributi; qualora sia assente o impedito, a lui supplisce un Consigliere di provincia o di distretto o d’Intendenza. Il Consiglio distrettuale, che consiste in dieci Consiglieri e in un Presidente, rappresenta il distretto e ne propone al Consiglio provinciale i bisogni non che i mezzi di miglioramento. E’convocato dal Re una volta l’anno; non può prolungare le sue sessioni oltre quindici giorni. Il numero delle Sottintedenze di qua dal Faro è di trentotto, di diciasette oltre il Faro.

(3) Amministrazione Comunale.

La diversa rendita o popolazione dei Comuni li fa distinguere in tre classi. La loro economia vien regolata da un DecurionatO, un Sindaco e due Eletti ; ma nelle
città di Napoli , Palermo , Messina e Catania l’Amministrazione Comunale è diversamente ordinata , come fra poco diremo.
Il Decurionato, che è presedoto dal Sindaco e rappresenta i Comuni , componesi di un individuo per ogni tremila abitanti nei Comuni di prima e seconda classe: non può per altro il numero dei Decurioni eccedere i trenta; gli altri Comuni ne hanno dieci e possono averne anche otto. Il Sindaco è la principale autorità e il solo
amministratore del suo Comune, col consiglio però del Decurionato e degli Eletti : esercita inoltre le Funzioni di uffiziale dello stato civile; ed anche la polizia giudiziaria, ove non esista il giudice di circondario. Dei due Eletti il primo attende alla polizia urbana e rurale , ed ambendue assistono il Sindaco, le di cui veci sostengono graduatamente in caso d’impedimento. Le amministrazioni comunitative di Napoli, Palermo, Messina e Catania sono dirette da un Corpo di Città disposto come segue.

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PROVINCIA DI MOLISE

Situazione

Tra i gradi :
31° 43′, e 32° 47′ di Longitudine
41° 12′, e 42° 02′ di Latituiine
(V. Atl. Geogr. Regno delle Due Sicilie Tav. N.8)

Superficie: Migl. quadr. 880 – Popolazione: Abitanti 348,180 (1844)
DIVISIONE PER DISTRETTI E PER CIRCONDARI.
Campobasso Capoluogo della Provincia.

1. DISTRETTO Di CAMPOBASSO

Circondarj : 1. Campobasso – 2. Montagano – 3. S. Giov. in Galdo – 4. S. Elia – 5. Jelsi – 6. Riccia – 7. Baselice – 8. Colle – 9. Pontelandolfo – 10. Morcone – 11. S. Croce di Morcone – 12. Sepino – 13. Baranello – Ì4. Castropignano – 15. Trivento.

2. DISTRETTO DI ISERNIA

Circondarj : 1. Isernia – 2. Forlì – 3. Capracotta – 4. Agnone – 5. Carovilli – 6. Carpinone – 7. Frosolone – 8. Cantalupo – 9. Boiano.

3. DISTRETTO Di LARINO

Circondarj: 1. Larino – 2. S. Croce di Magliano – 3. Bonefro – 4. Gasacalenda – 5. Civita Campomarano – 6. Montefalcone – 7. Palata – 8. Termoli – 9. Guglionesi
NOTIZIE GENERALI.

Il territorio di questa Provincia , già sconvlto da violenti fenomeni fisici in epoche antistoriche , era stato scelto a domicilio da quella colonia di Sabioi, che Sa
belli e Sanniti furono poi dai Romani appellati; e che successivamente si repartirono questa contrada distiguendosi tra di loro col nome specifico di Pentri e Caudini
Tra le varie colonie dedotte tra di loro nel Romano dominio , goderono alcune i privilegj di municipio, ma tutta la popolazione risentì più o meno il peso della servitù cui soggiacque fino alla caduta dell’Impero. Al tempo dei Longobardi restò la moderna Provincia iocorporata nel potente Ducato di Benevento ; poco dopo vennero da essa smembrate Sepino , Boiano e Isernia per formare un Gastaldato ai bulgari venuti dalla Sarmazia a soccorso del Re Grimoaldo. Due secoli dopo la Signoria di quei
paesi cadde sotto il feudalismo di Guadalberto col nuovo titolo di Contado di Boiano; non molto dopo però lo variò in quello di Contado di Molise. Non mancarano i passionati antiquari di far derivare il nome di Molise ad una antica città de’ Sanniti , non esistita però che nella loro fantasia. Meno improbabile è l’opinione di cui non volle risalire al di là dell’epoca dei Normanni per rintracciarvi una tale etimologia ; è noto infatti che ai tempi del primo Ruggero il prode Conte Ugone di Molisio godè il dominio di una parte di questa contrada. Allorché Federigo II istituì i Giustizierati, trovasi che quello residente in Terra di Lavoro i reggeva anche il Contado di Molise ; ma sotto gli Angioini, e poi ai tempi dei primi Re Arragonesi, subì nuove variazioni il governo amministrativo di questo Contado che restò finalmente incorporato alla Capitanata: se non che nella nuova circoscrizione del Regno del 1811 ne venne nuovamente distaccato per formare una delle XIV Provincie, e gli si conservò quel privilegio nella ripartizione del 1816. Sono confini di questa Provincia ; a levante la Provincia di Capitanata; a greco l’Adriatico; a tramontana l’Abruzzo Citeriore; a maestro l’Abruzzo Ulteriore secondo ; a ponente e libeccio la Terra di Lavoro ; a mezzodì e scirocco il Principato Ulteriore.
DISTRETTO DI CAMPOBASSO.

1. Circondario di Campobasso.

La regia città di Campobasso, edificata sulla pendice di piccolo monte, distemlesi coi suoi edifizi nella soggiacente pianura. Ne avverte il Galanti che al tempo dei Re Normanni la sua popolazione era divisa in due borgate, la superiore delle quali fu detta Campus de Prata e l’inferiore giacente alle falde del monte, Campus bassus;
aggiunge poi che il primo casale fu distrutto, e il secondo ingrandito e reso più popoloso : dopo le quali tradizioni storiche, qual bisogno aveano i cronisti di ricercare in voci celtiche l’etimologia di Bassare e di Basso , oppure di attribuire ai Saraceni l’attuale denominazione di Campobasso! La più antica notizia dei Baroni che la dominarono non risale al di là del cel. Conte Ugone di Molise cui die la mano di sposa la figlia del Re Ruggero Clemenza : convien dire però che non facesse gran caso di qael suo feudo , poiché lo cede in dote con altri tre alla figlia Clarizia nel farla sposa a Teobaldo di Bari.Successivamente Guglielmo il Malo spogliò Ugone della sua contea,quindi anche questa città dovè subire non poche vicende nei frequenti passaggi da un padrone all’altro. Cade quì in acconcio lo avvertire, che avendo un’altra femmina chiamata Tommasella portato in dote Campobasso a Riccardo Monforte, da esso poi discese quel Conte Cola tanto celebrato nelle storie , che divenuto ribelle a Ferdinandi I, avea tentato di farsi signore assoluto dei molti suoi vassalli feudali. Ad esso è dovuta la costruzione della fortis-
sima rocca , di cai si vedono tuttora le rovine, del pari che il murato ricinto urbano, che fu poi cotanto danneggiato dal terremuoto del 1455 : coniò perfino quell’ ardimentoso Barone monete d’argento e di rame, delle quali riportarono i tipi il Vergara e il Muratori; in una parte di esse vennero incisi i ceppi e le manette , seguendo l’uso adottato dai Francesi dopo la prigionia di Luigi IX, e nel rovescio una croce coll’iscrizione Campobassi. Ma Giovanni d’Àngiò fu poi costretto a rìprare in Francia; e poiché il Conte Cola volle seguire la sua fortuna, Campobasso sarebbe stala dichiarata citta demaniale, se il figlio del fuggiasco non ne avesse ottenuto il possesso: comparve poi Carlo VIII per cui parteggiarono e il Barone e i vassalli; in punizione dei quali, tostochè ilRe Ferdinando ebbe ricuperato il Regno, vendè il feudo ad Andrea di Capua, che di Campobasso lasciò erede la primogenita Isabella, cui succede nei 1560 Cesare Gonzaga. Sembra che quel Barone facesse gravosi debiti poiché tre anni dopo vendè Campobasso col diritto di ricomprarlo; ne restarono però al possesso i Caraffa , dai quali ottennero finalmente i cittadini di emanciparsi nei 1739, non senza clamarosi litigi, e col disborso di ducati 18 mila.
Ad onta della posizione godesi in Campobasso la vista di un esteso orizzonte, e vi si respira un aere saluberrimo. Notò il Galanti che prima della emancipazione il viaggiatore non trovava albergo che in quattro miserabili taverne, egualmente luride e prive di comodi, mentre pochi anni dopo vi furono aperte non meno di dieci locande. Vuolsi altresì rammentare che per frutto del servaggio feudale, essendo divisa la popolazione da tempo vetustissimo in due quartieri, uno detto della Trinità e l’altro di S. Maria la Croce, per ragione di precedenza delle due Chiese si suscitò tant’odio tra le famiglie dei due quartieri, da pronunziare il reciproco stolto giuramento di non contrar più matrimonj tra di loro; e quell’odio, fomentato anziché spento dal Barone, si sarebbe iniquamente perpetuato, se un pio Cappuccino non fosse pervenuto a rappacificare la popolazione colle dolci persuasive della carità evangelica: quel nuovo prodigio della fede cristiana ebbe effetto nel 1585 , e i riconfortati cittadini vollero perpetuarne la memoria, erigendo il Tempio della Pace dai Cappuccini poi offiziato, ove conservasi tuttora uaa dipintura rappreseotante quell’avventuroso fatto. Ne resta ad avvertire, che fino dagli ultimi anni del secolo XVI il Vescovo di Boiano aveva in Campobasso trasferita la sua residenza ; che Molise comprese nella Diocesi di Trivento continuava a godere il titolo di capoluogo del Contado e che in Settembre del 1806 fu finalmente dichiarata questa città capitale della moderna provincia.
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9. Circondario di Pontelandolfo.

Era compreso Pontelandolfo nel Principato Ulteriore; fu poi aggregato a questa Provincia di Molise, rimanendo sempre sotto la giurisdizione arcivescovile di Benevento. Sorge in un colle con murato ricinto, ed ebbe una ben munita rocca : narra il Pontano che di quel fortilizio fu il fondatore Landolfo, da cui prese il nome ; che nel secolo XV il Re Ferdinando di Arragona vi pose l’assedio, aperse una breccia coll’artiglieria, penetrò nel castello di nottetempo, e dopo avergli dato il sacco, fece apporre il fuoco ai fabbricati, rendendo così al tutto inutile l’ostinata difesa che fatta aveva il Conte di Campobasso Niccolò Monforte. Ritornando all’ epoca della fondazione della Rocca, potremo rinvenirla nel catalogo dei Baroni compilato ai tempi di Guglielmo II, ove citasi un tale Ugone Borsello che da quel Re ne venne infeudato: dopo varj passaggi ne aveano fatto l’acquisto nel secolo XVI i Caraffa dei Duchi di Maddaloni.