CHIARINA

LE DONNE DEL BRIGANTAGGIO | 5° episodio
CHIARINA.
di Valentino Romano *

Chiara Nardi (anche Nardo e Di Nardo), detta Chiarina, era una popolana di Cannalonga (SA): era la donna del brigante Nunziante D’Agostino di Postiglione, appartenente alla banda comandata Vitantonio D’Errico detto Scarapecchia, che si distingueva per i lunghissimi capelli. La banda Scarapecchia fu attiva nel salernitano dal 1863 al 1870.
La formazione brigantesca, accusata di diversi omicidi, di innumerevoli grassazioni e sequestri nei comuni di Capaccio, Laurino, Serre, Piaggine Soprano e Ottoli, spesso agiva in unione con altre bande locali: nel 1866, ad esempio, sostenne uno scontro con i RR. Carabinieri a Campagna congiuntamente alle formazioni dei briganti Cerino, Cianci, Boffa e Parra, raggiungendo una forza complessiva di oltre 80 individui.
Nello stesso anno insieme alle bande Mazzei e Marino, la formazione di Scarapecchia invase il Comune di Sacco macchiandosi di numerosi omicidi: D’Errico fu poi rinvenuto cadavere a Contursi nel 1867, ma i resti della banda continuarono ad agire fino al 1870.
Chiarina fu tra l’altro accusata di aver sequestrato nell’agosto del 1866 tale Giuseppe Lettieri, al quale fu mozzato l’orecchio destro ed estorto la somma di lire 1.360. Il 16 Marzo 1867 la donna fu vista da alcuni contadini nei dintorni di Postiglione al seguito della sua banda: in questa circostanza Scarapecchia fu visto assalire un gruppo di contadini che lavoravano nei campi e ucciderne brutalmente alcuni. Uno dei superstiti della strage, Raffaele Ricciardella, dichiarò:
“vi era pure una donna incinta vestita da uomo che andava senza armi proprie, ma provvista di una grossa scure… era druda del D’Agostino, che mi tolse le scarpe e ne calzò le medesime, dando a me gli stivaletti che erano interamente rotti … la detta donna non prese parte degli assassini descritti e fu rimasta in punto del quale non si vedeva il luogo della carneficina”.
Nei giorni successivi però la banda subì rilevanti perdite in diversi conflitti a fuoco con le forze dell’ordine Per Chiarina ed Agostino i giorni erano ormai contati: il brigante ferito, fu infatti arrestato “lungo la strada di Canneto in direzione di Serre” il 10 Aprile 67.
Chiarina, ormai sola e gravida, si consegnò al Delegato di P.S di Sirignano e per lei si aprirono le porte dei lavori forzati per quindici anni.
Una donna poco famosa, celebrata ancor meno dagli amanti del mito: una delle tante, pressoché sconosciute protagoniste di una stagione tragica!
Perché, allora, ricordarla? Semplicemente perché una sua foto sbiadita, riportata dal Gelli, ci restituisce lei (e con lei tutte le donne del brigantaggio) alla quotidianità e alle difficoltà della vita alla macchia, lontane dal mendace stereotipo brigantesco fatto di abiti lussuosi, di gioielli e di fiumi di denaro: una donna gravida, che veste abiti maschili raffazzonati, probabilmente frutto di una grassazione, con il suo uomo ferito che le cinge le spalle in un abbraccio.
Ancor più della foto, però, fa giustizia della cruda realtà della vita alla macchia la deposizione del Ricciardella, laddove dice che Chiarina gli tolse le scarpe, calzandole al osto delle sue … interamente sfondate. Il pensiero corre a tutte le guerre, quando soldati stremati spogliano i cadaveri del nemico ucciso per indossarne un indumento … per sopravvivere.
E si dissolve quasi del tutto lo stereotipo ideologico della lotta identitaria, dell’eroica e nobile resistenza partigiana al nemico invasore: avanza, fino a occupare tutta la scena, una guerra crudele, la guerra cafona. Una semplice, sporca guerra di sopravvivenza.

* Promotore Carta di Venosa

IMG_4019