1898 La patria; geografia dell’ Italia-Pontelandolfo

cop geo di bnRICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL LIBRO “LA PATRIA- Geografia dell’Italia” – Torino 1898-OPERA COMPILATA DAL PROFESSORE GUSTAVO STRAFFORELLO COLLA COLLABORAZIONE DI ALTRI DISTINTI SCRITTORI

PROVINCIE DI AVELLINO, BENEVENTO, CASERTA, SALERNO

“La patria; geografia dell’ Italia. Cenni storici, costumi, topografia, prodotti, industria, commercio, mari, fiumi, laghi, canali, strade, ponti, strade ferrate, porti, monumenti, dati statistici; popolazione, istruzione, bilanci provinciali e comunali, istituti di beneficenza, edifizi pubblici, ecc., ecc.”

Pag 107-112
II. – Circondario di CERRETO SANNITA
Il circondario di Cerreto Sannita ha una superficie di G93 chilometri quadrati. La sua popolazione presente, secondo il censimento del 31 dicembre 1881, era di 75,380
abitanti, calcolati a 76,23’J al 31 dicembre 1896 (110.01 abitanti per chilom. quadrato).
Il circondario comprende amministrativamente 23 Comuni e 6 mandamenti giudiziari, sotto la giurisdizione del Tribunale civile e penale di Benevento.

 

MANDAMENTI – COMUNI

CERRETO SANNITA: Cerreto Sannita, Cusano Mulri, Faicchio, Pietraroja, San Lorenzello.

GUARDIA SAMFRAMONDI: Guardia Sanframondi, Amorosi, Castelvenere, San Lorenzo Maggiore, San Salvatore Telesino.

MORCONE: Morcone, Sassinoro.

PONTELANDOLFO: Pontelandolfo, Campolattaro, Casalduni, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, San Lupo.

SANT’AGATA DE’ GOTI: Sant’Agata dei Goti, Durazzano, Limatola.

SOLOPACA: Solopaca, Frasso Telesino, Melizzano.

 

L’ampio territorio di questo circondario si estende in gran parte sopra monti e colli ameni, vestiti di uliveti e vigneti, che producono in copia olii e vini squisiti; non mancano i boschi ed i pascoli con bestiame bovino ed ovino, da cui ritraggonsi caci squisiti e lane di buona qualità. Nelle pianure raccolgonsi cereali, canapa, lino, frutta, foglia di gelso, ortaglie, ecc.

I colli del territorio sovrabbondano di marne calcaree gialle, bigie, piombine, ora in strati ed ora in massi, separate da quelle di Cajazzo (Calatlo in provincia di Caserta) dalla pianura di Telese (Telesia) e dai piccoli monti che la ricingono a greco, non che dal monte Monaco di Gioja (1133 m.).

Non molto lungi dalla stazione Valle di Maddaloni, sulla ferrovia Napoli-Foggia, una buona strada di G chilometri conduce a destra, parallelamente al fiumicelio Isclero, a Sant’Agata dei Goti (l’antica Saticula), e di là un’altra strada, proseguendo lungo lo stesso fiumicelio, mette, a traverso una depressione fra i monti, ad Airola e nella valle d’Arpaja.

Scendendo rapidamente da Valle attraverso una fertile regione con alti monti ai due lati si arriva alla stazione di Frasso-Dugenta, a poca distanza e sulla sinistra del Volturno. Circa 5 chilometri più oltre la ferrovia giunge al fiume Calore che attraversa sopra un ponte in ferro per giungere alla stazione di Amorosi, da cui si continua a costeggiare la sponda destra del Calore sino alla stazione Telese-Cerreto, presso la quale sgorgano le acque solfuree salutari molto frequentate nell’estate e trovasi il cosidetto Lago di Telese, uno stagno le cui esalazioni si diffondono nei dintorni.

Vicino al villaggio di Telese, frazione di Solopaca, scorgonsi le rovine dell’antica Telesia.

Città ragguardevole nel Sannio, situata nella valle del Calore, a breve distanza dalla sua sponda destra e a circa 5 chilometri dalla sua confluenza cui Volturno. È notevole che il suo nome non è mai mentovato nelle lunghe guerre dei Romani coi Sanniti, quantunque la valle in cui era situata fosse spesso il teatro delle ostilità.

Il suo nome occorre primamente nella Seconda Guerra Punica, quando fu presa da Annibale nella sua prima irruzione nel Sannio nel 217 av. C. (Liv., xxu, 13); ma nel 214 av. C. fu ricuperata da Fabio. Da quel tempo nulla più è noto di essa, finché divenne un’ordinaria città municipale romana. Strabone (v, pag. 250) ne parla come di una città caduta ai di suoi in decadenza quasi compiuta al paro della più parte delle città sannitichc. Ma noi apprendiamo che, al tempo del Triumvirato, risorse una colonia (Liber Colon., pag. 238); e, quantunque non mentovata da Livio come colonia, certo e dalle iscrizioni ch’essa conservò il suo grado coloniale, e pare continuasse sotto l’Impero Romano ad essere una città florida e ragguardevole. Era situata sulla linea della via Latina, o piuttosto lungo un ramo di codesta via da Teramo nella Campania, a traverso Alife e Telesia a Benevento; e ciò contribuì probabilmente a preservarla dalla decadenza.

Le rovine della città antica sono sempre visibili a un chilometro e mezzo circa a nord-ovest del villaggio che serbò il nome di Telese: la cinta delle mura è compiuta e comprende uno spazio di forma oltagona con oltre 2 X 2 chilometri di circonferenza e parecchie porte fiancheggiale da torri massiccie. La muratura è di opera reticolata, epperciò probabilmente del tempo dell’Impero Romano.
Le rovine entro il circuito delle mura sono meri ammassi di mattoni ; ma fuori delle mura si possono rintracciare le vestigia di un circo ed alcuni avanzi di un anfiteatro.

Tutti questi avanzi appartengono indubbiamente alla colonia romana, e non liavvi vestigia della antica città sannitica. Il villaggio odierno di Telese è un povero luoghicciatolo desolato dalla malaria prodotta dal suddescritto stagno omonimo ; ma nel medioevo era sede episcopale e la sua chiesa principale porta sempre il titolo di cattedrale. Le sue mura contengono parecchie iscrizioni latine trasportate dalla città antica, i cui abitanti migrarono a Telesia nel secolo IX. Le acque del fiume
Titerno giungevano a Telesia per mezzo di un acquedotto, e vi si veggono tuttora i ruderi di un antico ponte in mattoni. A poco più di un chilometro e mezzo dalla città sorgeva un tempio d’Ercole di cui avanzano le rovine, fra le quali fu trovata nel secolo scorso, la statua colossale di quel Dio con frammenti di altre statue e varie iscrizioni.

Telesia diede i natali al celebre duce sannita durante la Guerra Sociale, vogliamo dire Ponzio Telesino ; ed è probabile e li cui nascesse eziandio (comecché non abbianvi prove distinte) il più rinomato C. Ponzio che sconfisse, come abbiam visto, i Romani alle Forche Caudine.

MANDAMENTI E COMUNI DEL CIRCONDARIO DI CERRETO SANNITA APPARTENENTI AL DISTRETTO MILITARE DI BENEVENTO

Mandamento di CERRETO SANNITA (comprende 5 Comuni, con una popolazione di 18,140 abitanti al 31 dicembre 1881).

Cerreto Sannita (5205 ab.). — Siede a 200 metri d’altezza sul livello del mare, nell’alta valle del Titerno, alle falde di un colle ameno fra il Titerno e il Cervillo, a nord e a sud, di cui le acque mettono in moto parecchi stabilimenti industriali. Varie belle chiese, fra le quali primeggia la Cattedrale di architettura grandiosa ed ornata di bei dipinti. Tre ampie piazze, da cui si svolgono vie regolari, fiancheggiate di edilizi ben costruiti e disposti con simmetria.

Cerreto Sannita è sede di Vescovado con Seminario. La pubblica beneficenza annovera un Ospedale, un Monte di pietà ed altri istituti pii. L’industria è rappresentata da fabbriche di attrezzi rurali, di laterizi, di forbici, di paste alimentari, di stoviglie comuni, tessitorie idrauliche di lana, tintorie, stabilimento di bagni minerali, tipografia, ecc. Commercio dei prodotti locali.
Bilancio comunale per l’esercizio 1895: Lire 153,435.
Mandamenti e Comuni del Circondario di Cerreto Sannita 109

Cenni storici. — Incertissima è la situazione di Cominium, antica città del Sannio, ed havvi ragione di supporre che ve ne fossero due. È mentovata primamente da
Livio (x, 39-43) durante la campagna dei consoli romani Carvilio e Papirio nel Sannio, nel 293 av. C. quando Carvilio assediò Cominio e il suo collega, Aquilonia. Dalla narrazione particolareggiata di Livio chiaro apparisce che le due città non distavano l’una dall’altra più di 32 chilometri e che ambedue erano così vicine a Bovianum (Bojano) da poter rifugiarvisi i fuggiaschi degli eserciti sanniti.

Cominio fu preso da Carvilio, il quale lo diede alle fiamme. Due anni dopo Dionisio parla di Cominio (evidentemente la stessa città) come di bel nuovo in potere dei Sanniti, ai quali fu tolto dal console Postumio Megello nel 291 av. C.

Durante la Seconda Guerra Punica, Livio (xxv, 14) fa menzione di una città ch’ei chiama Cominium Geritimi, nella quale Annone, generale cartaginese, riceve la nuova
della sconfitta del suo esercito e della presa del suo campo presso Benevento nel 212 av. C. Pare dalla narrazione di Livio che codesto luogo non potesse esser distante gran fatto da Benevento ed è per lo manco una congettura probabile che l’odierna Cerreto Sannita, la quale non dista in linea retta da Benevento che circa 25 chilometri a nord- ovest, rappresenti il suddetto Cominium Ceritum di Livio. Ma è però assai dubbio che esso sia identico al Cominio mentovato nelle primitive guerre sannitiche.

L’Olstenio suggerisce che abbiasi a cercare nell’Apennino presso le sorgenti del Fibreno; e topografi italiani posteriori hanno dimostrato che i nomi di Cominium e
territorium Cominense rinvengonsi sempre negli scrittori e nei documenti medievici, parlando del distretto di Alvito (nella provincia di Caserta, circondario di Sora) in questa parte appunto delle montagne. Il perchè le rovine esistenti tuttora nel luogo detto Sellario del Campo, sulla strada da Alvito a San Donato Val di Cornino e a circa 8 chilometri nord-ovest da Atina, si suppone per Romanelli sieno quelle di Cominium (Olstex., Not. ad Cluver., pag. 223; Romanelli, voi. n, pp. 496-500). Questa situazione però pare troppo remota da Bovianum (Bojano) e la situazione così di Cominium come di Aquilonia connessa ad esso si ha sempre a considerare come indeterminata.

L’odierna Cerreto Sannita fu fabbricata alle falde della medesima collina su cui stava l’antica, atterrata dall’orrendo terremoto del 5 giugno 1688. Dai tempi dei
Normanni sino al principio del secolo XV fu un feudo dei Sanframondo, dai quali passò successivamente a Guglielmo di Marra, a Diomede Carafa e alla famiglia Maddaloni.

Uomini illustri. — Diede i natali al letterato Andrea Mazzarella, morto nel 1823, autore del Prospetto ragionalo sulla bellezza della storia universale antica e moderna.
Coll, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 1 , T. e Str. ferr.

Cusano Mutri (4347 ab.). — Sorge alle falde del monte Mutria (1822 m.), a 500 metri circa d’altezza e a 8 chilometri da Cerreto Sannita, in aria salubre ma fredda anzichenò,per essere circondato da alte montagne coperte per parecchi mesi di neve. Belle chiese, ospedale di San Cristoforo, Monte di prestiti. Territorio ubertoso principalmente di cereali, vino, frutta, pascoli con bestiame. Fabbriche di pannilani, di laterizi; mulini.

Cenni storici. — Fu feudo delle famiglie Sanframondo, De Vera, De Clavellis, Gaetani, Colonna, Carafa, Del Tufo, Oviglia, Monsolino, Barionuovo e Lione.

Uomini illustri. — Vi nacque nel 1822 il letterato Geremia Fiore, vice-bibliotecario della Brancacciana a Napoli, professore nel liceo-ginnasio Domenico Cirillo, autore delle seguenti pubblicazioni: Poesie politiche (1861); Traduzioni in ottava rima del Telemaco (1878); La genesi della Chiesa (1879); Sijnopsis juris canonici (1886), ecc. Coli, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 2 e T. locali, Str. ferr. a Telese.

Faicchio (4068 ab.). — A circa 150 metri di altezza sul mare ; a capo del fedi Marafi, sul fiume Titerno confluente del Volturno ed alle falde del monte Monaco
di Gioja, in sito alpestre ma piano ed ubertosissimo.

Faicchio produce: olio fino, vino, canapa, lino, avena, castagne, ghiande, frutta, grano, granturco, legumi, orzo e patate. Legname da ardere e da costruzione. Industria agraria, dell’alcool, calce, carbone, laterizi, lavori in vimini, armi, confetti e torroni.
Cave di pietra calcarea e tufo forte detto pedicino.

Cenni storici. — Faicchio è di origine antichissima, come lo dimostrano, oltre un ponte vetusto e le vestigia delle vie Latina ed Appia, un crittoportico ben conservato e molti ruderi antichi. Appartenne in feudo prima alla famiglia normanna dei Sanframondi, poi a quelle di Diomede Carafa, Ferrante Monsorio e De Martino (ultimo duca), delle quali esiste ancora un rinomato castello.

Uomini illustri. — Vi nacquero i tre fratelli Pietro, Angelo e Niccolò De Martino, celebri matematici e scienziati; Luigi Palmieri, senatore, noto per i suoi studi sul
Vesuvio, ed il fratello Vincenzo, insigne matematico, fisico e filosofo, morto a Napoli in età d’anni 89 ; Domenicantonio Palmieri, Vincenzo Porta, Lorenzo Ciccarelli, ecc.

Coll, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 2 e T. locali, Str. ferr. a Telese.

Pietraroja (2245 ab.)- — Sorge all’altezza di 830 metri sul mare, alle falde del monte Mutria; terreni calcarei e schistosi con conchiglie e pesci fossili. Clima rigido per la situazione alpestre e territorio assai fertile in cereali, uliveti, vigneti e frutteti.

Il nome di Pietraroja è una corruzione di Pietrarosa che portava in addietro a cagione di una cava di pietra rossa e gialla atta ad essere levigata, che trovasi nelle vicinanze.
Coll, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P l , T. e Str. ferr. a Cerreto Sannita.

San Lorenzello (2221 ab.). — A 250 metri di altitudine e a 2 chilometri da Cerreto Sannita, in monte e con territorio bagnato dal Titerno, con parrocchiale e parecchie
belle case. Prodotti: cereali, olio, vino, alberi da frutta e foglia di gelsi. Pingui pascoli con bestiame numeroso. Fu già un feudo dei Carafa.

Coll, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 1 , T. e Str. ferr. a Cerreto Sannita.

Mandamento di GUARDIA SANFRAMONDI (comprende 5 Comuni, popol. 13,126 ab.) Territorio in monte e in colle, ferace di cereali, di uliveti, vigneti e frutteti.

Guardia Sanframondi (4895 ab.). — A 428 metri d’altitudine, alle falde di una regione montuosa a chilometri G da Cerreto Sannita e in aria salubre con stupende
vedute ed un antico castello medioevale che s’innalza quasi nel centro del paese. Gli abitanti indossano vesti particolari e danno opera a varie manifatture di lana e a parecchie concerie di pellami. Anche il traffico è assai attivo.

Cenni storici. — Fu costruito come punto difensivo dai feudatari Sanframondi conti di Cerreto come abbiamo visto, ed appartenne in seguito ai Carafa di Maddaloni.

Uomini illustri. — Vi nacque Filippo Guidi, esimio professore di matematica nella Università di Napoli.

Coll, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 2 e T. locali, Str. ferr. a Solopaca.

Amorosi (2103 ab.). — A soli 60 metri d’altitudine sul livello del mare, in un pianoro e in clima salubre, a destra del Calore, a sinistra del Volturno e a 15 chilometri da Guardia Sanframondi, in territorio fertilissimo principalmente di cereali. Commercio attivo dopo la costruzione di un gran ponte di sedici archi sul fiume Calore.

Cenni storici. — Appartenne in feudo ai Caracciolo e quindi a Giulia Brancaccio, che lo comprò, nel 1639, per 40,000 ducati, pari a lire 175,200 di moneta attuale.
Coll, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 2 , T. e Str. ferr.

Castelvenere (944 ab.). — A US metri d’altitudine e a 6 chilometri da Guardia Sanframondi, in territorio fertilissimo e con aria poco salubre. Nelle adiacenze veggonsi
sparsi molti ruderi. I cereali sono il prodotto principale.

Coll, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P” locale, T. e Str. ferr. a Telese.

San Lorenzo Maggiore (2192 ab.). — A 350 metri d’altitudine e a 3 chilometri da
Guardia Sanframondi, in territorio fertilissimo, a piano inclinato e coltivato a cereali,
viti, ulivi e alberi da frutta. Tre chiese, una delle quali Collegiata.

Cenni storici. — Fu un feudo dei Carafa di Maddaloni.

Coli, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 2 , T. e Str. ferr.

San Salvatore Telesino (2994 ab.). — A 95 metri d’altitudine e a 11 chilometri da Guardia Sanframondi, in territorio assai fertile e in gran parte in collina, sorge in
situazione poco salubre, alle falde di una collina calcarea detta Rocca del Canale ed ha una chiesa parrocchiale con alcune case di bell’aspetto. Non molto lungi scorgonsi parecchie case in rovina e gli avanzi di un antico monastero di Benedettini, di cui vuolsi fosse abate Sant’Anselmo di Conturbia.

I cereali, l’olio, il vino e la foglia di gelsi sono i prodotti agrari principali del territorio, ai quali voglionsi aggiungere i prodotti animali e il legname. Sorgente d’acqua sulfurea della temperatura di 22 gradi, per bevanda e per bagni, giovevole per la cura delle malattie cutanee.

Coll, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 2 e T. locali, Str. ferr. a Telese.

Mandamento di MORCONE (comprende 2 Comuni, popol. 8548 ab.). — Territorio parte in collina e ferace principalmente di cereali.

Morcone (7205 ab.). — Sorge a 683 metri d’altitudine, a 29 chilometri da Cerreto Sannita, alle falde orientali del Matese e in aria salubre. Anticamente era cinto di mura e munito di un forte ora in rovina. Alcune Opere pie.

Cenni storici. — Morcone è una città antica, ma non è, come vogliono alcuni, la Murgantia sannitica, rammentata soltanto da Livio (x, 17) che la chiama validam
urbem, il che non impedì che fosse presa d’assalto in un solo giorno dal console P. Decio nel 296 av. C. La ritroveremo sotto Baselice nel circondario di San Bartolommeo in Galdo. Nel secolo XI Morcone ottenne il titolo di città con sede vescovile e fu successivamente un feudo dei Gaetani e dei Carafa.

Uomini illustri. — Diede i natali a Biasio di Milo, giureconsulto valente del XIV secolo, e a Giacomo di Milo, giureconsulto anch’esso.
ColL, elett. Cerreto Sannita — Dioc. Benevento — P 2 , T. e Str. ferr.

Sassinoro (1453 ab.). — A 537 metri di altitudine e a 4 chilometri da Morcone, su di un colle presso la sponda destra del Tammaro. Territorio in pianura e in collina,
fertile, ben coltivato e producente cereali, olio, vino e frutta; pascoli e bestiame.
ColL, elett. Cerreto Sannita — Dioc. Bojano — P 2 locale, T. e Str. ferr. a Morcone.

Mandamento di P0NTELAND0LF0 (comprende 6 Comuni, popol. 15,501 ab.). —
Territorio in colline, alcune delle quali assai alte, bagnato dal Tammaro, affluente del Calore. Vino, olio, frutta e cereali; pingui pascoli con bestiame bovino.

Pontelandolfo (4910 ab.). — Sta a 488 metri d’altitudine, sopra una delle suddette alte colline, all’estremità di una diramazione del Matese ed a 21 chilometri da Cer- reto Sannita. La cingono vecchie mura castellane ed anticamente la difendeva un castello ben munito. Quattro chiese di cui una collegiata; vie anguste ed irregolari,
ma fiancheggiate da alcune case di apparenza signorile. Ospedale e Opere pie. Due sorgenti d’acque minerali: una delle quali, nel luogo detto Sorgenza, è ferruginosa e
l’altra salina.

Cenni storici. — Secondo il Pontano, un Landolfo edificò il castello e da questo Landolfo e dal ponte sul Tammaro derivò il nome di Pontelandolfo. Nel medioevo fu
travagliato da guerre incessanti e nel secolo XV fu assediato da Ferdinando di Aragona ; la difese strenuamente Nicolò Monforte, conte di Campobasso ; finché, schiusa
una breccia dalle artiglierie e venute manco le forze ai difensori, la città si arrese e fu saccheggiata ed arsa. Sotto il re Guglielmo l’ebbe in feudo Ugone Borsello, dal quale passò ad altri, finché l’ebbero da ultimo i Cara di Maddaloni.

ColL, elett. Cerreto Sannita — Dioc. Benevento — P 2 , T. e Slr. ferr.

Campolattaro (1648 ab.). — A 470 metri d’altitudine e a 5 chilometri da Pontelandolfo, in amena situazione, sul pendio di una collina, in aria saluberrima e con
stupenda veduta nelle valli sottostanti. Territorio ferace di cereali, olio, vini generosi e ricercati; pascoli abbondanti.

ColL, elett. Cerreto Sannita — Dioc. Benevento — P 3 , T. e Str. ferr.

Casalduni (3119 ab.). — Siede a 290 metri d’altitudine, alle falde di un alto colle e a 5 chilometri da Pontelandolfo, sulla sponda destra del Tammaro, con alcune Opere pie e territorio producente olio, vino, oltre i pascoli ubertosi.

ColL, elett. e Dioc. Cerreto Sannita — P 2 , T. e Str. ferr.

Fragneto L’Abate (2019 ab.). — Sorge a 501 metri d’altitudine e a 12 chilometri da Pontelandolfo, in amena e salubre situazione, sopra una collina, con territorio fertilissimo in granaglie, olio, vino, frutta e con pascoli in cui si alleva un numeroso bestiame.

Cenni storici. — Credesi fondato nel secolo XI; nel 1099 il normanno Eriberto, conte di Ariano, lo diede in dono alla badia di Santa Sofia di Benevento. Ultimamente
fu un ducato dei Montalto.

Uomini illustri. — Diede i natali a Cesare Filangeri, principe d’Arianello e padre del celebre filosofo ed economista Gaetano, autore della Scienza della legislazione.
Circond. Benevento — ColL, elett. e Dioc. Benevento — P 2 e Str. ferr. a Pescolamazza, T. a Benev.

Fragneto Monforte (1980 ab.). — A 390 metri d’altitudine e a 10 chilometri da Pontelandolfo, presso la sponda destra del Tammaro, in situazione non molto amena,
ma in territorio ferace di cereali, olio, vino, frutta e con pingui pascoli.

Cenni storici. — Fu anticamente un feudo dei duchi di Fragneto.

Circond. Benevento — ColL, elett. e Dioc. Benevento — P 2 , T. e Str. ferr.

San Lupo (1825 ab.). — Sorge a 450 metri d’altezza e a chilometri 10 da Pontelandolfo, in amena situazione sur un rialto, con chiesa parrocchiale e parecchie
belle case. Il territorio, fertile e parte in collina, produce cereali, olio, vino, frutta, foglia di gelsi ed è copioso di pascoli con bestiame numeroso.

ColL, elett. Cerreto Sannita — Dioc. Benevento — P 2 e T. locali, e Str. ferr. a Solopaca.