Aree archeologiche

Aree archeologiche

Notevoli ritrovamenti in più punti del territorio comunale testimoniano la presenza di insediamenti già in epoca pre-sannita e poi in epoca romana, e quindi il notevole interesse archeologico dell’area. In particolare, come precedentemente illustrato, i ritrovamenti effettuati hanno concentrato l’attenzione degli studiosi su tre siti: Santa Teodora (Ponte Sorgenza), Coste Chiavarine e Coste dell’Avellana.
Allo stato attuale delle tre aree sono state indagate solo i siti di Coste Chiavarine, i cui risultati delle campagne di scavo sono stati già pubblicati, e il sito di Santa Teodora, dove da sempre è facile rinvenire mattoni, embrici, monete d’età romana, ma solo recentemente indagato dalla competente Soprintendenza Archeologica per le Province di Salerno Avellino e Benevento, che ha conseguentemente predisposto vincolo d’interesse archeologico, ancora in itinere, mentre la documentazione relativa allo scavo non è ancora disponibile.

turismo-attivitaCoste Chiavarine
Le indagini eseguite dalla locale Soprintendenza hanno riportato alla luce nell’area un insediamento rustico di età romana di epoca imperiale, poi
frequentata come area sepolcrale in epoca altomedioevale, come testimonia l’eccezionale rinvenimento dello scheletro di un uomo ed alcuni suoi effetti personali.
Lo scavo ha interessato un’area di circa 230 mq all’interno della quale era appunto un centro rurale abbandonato precocemente dalla popolazioni che lo abitavano per poi essere riutilizzato in epoca alto medioevale come necropoli.
La campagna di scavo ha riportato alla luce tredici ambienti, risalenti alla seconda metà del I secolo d.C. e il II secolo, interpretabili come vani di servizio e di deposito distribuiti intorno ad un presumibile cortile porticato.
Le indagini hanno permesso di ipotizzare che questi ambienti fossero in realtà parte di un vasto complesso edilizio tipologicamente definibile come una vera e propria villa. Infatti tra le strutture superstiti è possibile riconoscere un cortile, perimetrato da un porticato quadrangolare di cui sono attualmente visibili parte del braccio nord-occidentale provvisto di un piccolo disimpegno con scalini e piano di calpestio rilevato. Il portico può aver avuto la funzione di magazzino o fienile, affacciato sulla corte centrale. Alle spalle del presunto portico si dovevano sviluppare gli ambienti di servizio e di accesso alle altre zone della villa sviluppatasi, probabilmente su di un nucleo rurale più antico.
turismo-chiavarinoL’area, abbandonata in epoca tardo imperiale, cominciò ad essere frequentata in epoca altomedioevale quale luogo per sepolture. È stata, infatti, ritrovata la fossa funeraria contenente i resti di un uomo adulto di sesso maschile. All’interno della fossa, infatti, sono state ritrovate sei monete in bronzo che sono state datate tra il 913 e il 919 d.C., oltre a frammenti di tessuto di lino o canapa e due elementi bronzei molto particolari .

 

Santa Teodora
L’antico borgo di Santa Teodora sorge a circa due chilometri a nord dell’odierno centro storico. Il notevole interesse archeologico dell’area è da sempre noto, come testimoniano i ruderi di chiara fattura romana che sono nell’area, nonché i mattoni, gli embrici e le monete d’età romana rinvenuti.

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Sulla base delle emergenze archeologiche e dei rinvenimenti, gli storici hanno identificato l’antico insediamento con il Pago romano di Ercole sulle cui rovine sorse poi il successivo insediamento feudale del Casale di Santa Teodora. Ma, considerata la presenza sul territorio di popolazioni già prima dei romani, come narra lo stesso Tito Livio, è assai probabile che l’insediamento di età romana sia sorto su un nucleo di epoca precedente.
A seguito dell’occupazione romana del territorio, nell’anno 180 a. C. avvenne la deduzione dei primi coloni che diedero vita a villaggi e cittadelle ubicate nei territori di Campolattaro, Circello, Reino ed altri paesi limitrofi. In particolare, considerate anche alcune fonti storiche, tra cui la Tavola Alimentaria dei Liguri Bebiani, si presume che tra i paghi fondati dalle nuove popolazioni dedotte, il Pago di Ercole fosse ubicato in località Sorgenza.
In quest’area a nord dell’odierno insediamento urbano tra il 1820 e il 1856, avvennero una serie di considerevoli rinvenimenti quali pezzi di mattoni e monete romane, ma anche marmi, idoli in bronzo ed oro, condotte in piombo, iscrizioni latine e pavimenti in mosaico sullo stile di quelli pompeiani.

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Nel 1821 fu eseguito un primo scavo dell’area che riportò alla luce strade lastricate, abitazioni, una quantità di fontane, pescherie, bagni lastricati con bordi di marmo di vario colore e resti di pitture raffinatissime ormai rovinate dal tempo e talvolta dalla stessa mano dell’uomo.
Durante nuovi scavi effettuati nel 1831 fu rinvenuto un semidorso di marmo, appartenente ad una statua colossale rappresentante un Apollo, poi trasportato e conservato nell’allora Museo Borbonico Reale di Napoli.
Nel 1856, infine, fu rinvenuta una clava di bronzo rotta in tre pezzi; i frammenti, raffiguranti la pelle di un leone, la testa di un serpente ed un dado con quattro penne, forgiati in bronzo, appartenevano presumibilmente ad una statua di Ercole.
A sud-est della località Sorgenza, tra le contrade Lanzate, Malepara e Juliani, è un’altra area che sulla base dei rinvenimenti è lecito considerare dal notevole potenziale archeologico.
In quest’area, infatti, oltre a numerosi ruderi antichi, si possono osservare pezzi di pietra lavorata di smisurata mole. Negli anni intorno al 1856 qui fu rinvenuto il sepolcro di un guerriero con elmo, corazza ed armi, un vaso lacrimale in vetro, monete, una scure simile a quella dei littori romani, vasi rozzi e lucerne.
Ancora oggi tra i resti di torri antiche e colombaie, e le diverse abitazioni presenti nella zona dalle caratteristiche tipiche delle costruzioni romane è possibile rinvenire iscrizioni, grossi blocchi marmorei finemente scolpiti, di chiara fattura romana.
Solo di recente, sulla base dei continui rinvenimenti, in particolare l’area di Santa Teodora è stata oggetto di apposite indagini e di una campagna di scavo da parte della competente Soprintendenza Archeologica della Province di Salerno Avellino e Benevento. Al termine della campagna di scavo, data la rilevanza di quanto rinvenuto, è stato avviato l’iter per l’apposizione sull’area di vincolo d’interesse archeologico, ora in itinere. Ma i risultati delle indagini svolte non sono stati ancora pubblicati.