Delegazione di Benevento ( antico Ducato di Benevento)

LA NUOVA PROVINCIA DI BENEVENTO
di Raffaele Caporuscio da: “IL COLLEGIO ELETTORALE UNINOMINALE DI AIROLA (BN) E I SUOI DEPUTATI AL PARLAMENTO NAZIONALE VIII-XIV LEGISLATURA 1861-1882” – Grafica 3, Luzzano di Moiano, 1997

Dopo il decreto 25.10.1860 n. 163 del prodittatore Giorgio Trivulzio Pallavicino, che proclamava la Delegazione di Benevento (indicata col nome di antico Ducato di Benevento), il titolare del Dicastero dell’Interno, Liborio Romano, affidava al governatore di Benevento Carlo Torre “il mandato di elaborare un progetto, che dichiarasse quali delle limitrofe province dovessero mettersi a contribuzione, perché si creasse la nuova provincia di Benevento”. Carlo Torre tra l’altro scriveva: “La Capitale della nuova provincia è Benevento, città storica, città di antiche memorie, di generosi fatti, di patite sventure… Per capoluoghi di distretto sonosi destinati Cerreto e S. Bartolomeo in Galdo, i soli comuni che dopo Benevento meritino il nome di città. Le Province che contribuiscono sono Principato Ultra, Terra di Lavoro, Capitanata e Molise. Da Napoli il 17.2.1861 Eugenio, principe di Savoja-Carignano, luogo tenente generale del re nelle Province Napoletane, sulla proposizione del Consigliere di Luogotenenza incaricato del Dicastero dell’Interno, Liborio Romano, visto il decreto 25.10.1860, decretava con l’art. 1 il distacco dalla Provincia di Principato Ultra per aggregarsi alla novella Provincia di Benevento dei circondari di Vitulano, Montesarchio, S. Giorgio la Montagna, Paduli, Pescolamazza, S. Giorgio la Molara, dei comuni di Arpaise e Ceppaloni del circondano di Altavilla; il distacco dalla Provincia di Molise dei circondari di Pontelandolfo, Morcone, Santa Croce di Morcone, Colle, Baselice; il distacco dalla Provincia di Terra di Lavoro dei circondari di Cerreto, Cusano, Guardia San Framondi, Solopaca, Airola, S. Agata de’ Goti; il distacco dalla Provincia di Capitanata dei circondari di S. Bartolomeo in Galdo e Castelfranco. Con l’art. 2 decretava che Benevento, provincia di prima classe, fosse divisa in tre distretti:

1. Benevento con i circondari di Vitulano, Montesarchio, Airola, S. Giorgio la Montagna, Pescolamazza, Paduli, i comuni di Arpaise e Ceppaloni;

2. Cerreto con i circondari di Cusano, Guardia, Pontelandolfo, Morcone, Solopaca, S. Agata de’ Goti;

3. S. Bartolomeo con i circondari di 5. Croce di Morcone, 5. Giorgio la Molara, Baselice, Colle, Castelfranco.

Con l’art. 3 decretava le compensazioni per le province chiamate a contribuzione, ad eccezione di Terra di Lavoro, che, nonostante le cessioni, contava 727000 abitanti.
La nascita della provincia di Benevento suscitò molte proteste da parte dei deputati delle province chiamate a contribuire (in modo particolare di Terra di Lavoro), che pure inizialmente si erano dichiarate entusiaste. Alla Camera di Torino il 15.5.1861, sotto la presidenza di Rattazzi, iniziò la discussione di un progetto di legge dei deputati Caso, Cardente, Tari, Pallotta, Leopardi, Amicarelli, Moffa, per la sospensione del decreto luogotenenziale 17. Alla discussione intervennero gli on. Macchi, Grella, Massari, Ciccone, (due volte). Decisivo fu il secondo intervento dell’on. Torre, che affermò come 50 comuni avessero espresso per iscritto il desiderio di far parte della nuova provincia di Benevento. Per ultimo prese la parola l’on. Minghetti, ministro agli interni, che richiamò i deputati perché “compito del Parlamento era quello di deliberare, non di sospendere”. Il progetto di legge Caso ed altri fu respinto. Infine, avvertiva Minghetti, tra non molto ci sarebbero stati i comizi comunali e provinciali, che avrebbero potuto trattare meglio la delicata questione delle circoscrizioni territoriali. ….. Il Consiglio di Luogotenenza per Dicastero dell’Interno in virtù dell’art. 224 legge amministrativa 23.10.1859 stabilisce che i Comizi municipi debbono riunirsi il giorno di domenica 9.6.1861 (scheda rossa) per l’elezione dei consigli comunali e il 16.6.1861 (scheda verde) per l’elezione dei consigli provinciali. ….. Con decreto del Luogotenente del 17.7.1861 sulla proposizione del Segretario generale del Dicastero dell’Interno e Polizia sono nominati sindaci del Circondano di Benevento i sig.: Giuseppe Verli, Airola; Vincenzo Capone, Arpaise; Francesco Falcesti, Apice; Saverio Vetrone, Apollosa; Michele Porcelli, Buonalbergo; Giuseppe Parenti, Ceppaloni; Pellegrino Caporosso, Campoli; Pietro Moio, Castelpoto; Giovanni Izzo, Cautano; Federico Perrillo, Fragneto l’Abate; Bartolomeo Pellegrino, Fragneto Monforte; Giovanni Caporosso, Foglianise; Giovanni Carlo Inglese, Paolise; Vincenzo Bianco, Paupisi; Nicola Polvere, Pago; Raffaele Lepore, Pannarano; Bonifacio Nisco, S. Giorgio la Montagna; Giuseppe Mellusi, Torrecuso; Gaetano Campana, Tocco; Giovanni Iudango, Vitulano; Giuseppe Tucci, Arpaia; Lelio Ricci, Bonea; Michele de Blasio, Bucciano; Michele Stroffolino, Forchia; Sebastiano Del Giudice, Luzzano; Michele Frattasi, Montesarchio; Giovanni Battista Buonanno, Moiano. I Comizi provinciali devono eleggere 40 consiglieri, di cui 18 del Circondano di Benevento (5 Benevento, 2 Vitulano, 2 Montesarchio, 3 Airola, 1 S. Giorgio la Montagna, 2 Pescolamazza, 2 Paduli, 1 Arpaise e Ceppaloni), 12 del Circondano di Cerreto (2 Cerreto, 1 Cusano, 1 Guardia, 1 Morcone, 2 Pontelandolfo, 2 Solopaca, 2 S. Agata dei Goti), 10 del Circondano di S. Bartolomeo (1 S. Bartolomeo, 2 S. Croce di Morcone, 2 S. Giorgio la Molara, 2 Baselice, 2 Colle,1 Castelfranco). Sono eletti consiglieri dei Mandamento di Airola Pietro Montella, Giuseppe Verli e Marco Bifani fu Pietro, proprietario e capitano della Guardia Nazionale di Paolise [il 12 agosto 1861 la sua casa fu attaccata dalla banda del brigante Domenico Ferrara di Nicola di anni 21, bracciante di Valle (AV). Furono feriti “con arma da fuoco carica a palla la moglie di Bifani Clelia Iacobucci e il figlio Ulisse con l’intenzione di ucciderli”. ASN, Corte di Appello, Sezione d’accusa, Vol. 99, sentenza 106 del 13.9.1864, presidente d’Arezzo, vicepresidente Longo; processo istituito dal giudice del mandamento di Airola Massimiliano Tosti; cancelliere Giaccari ]. Nella prima seduta del 2 luglio sono eletti: Presidente, Michele Ungaro; Vicepresidente Pietro Montella; Segretario, Onofrio Parente; membro della Deputazione provinciale Marco Bifani. Nella seduta del consiglio provinciale del 7.12.1861, alla presenza del prefetto Gallarini, si discute sulla circoscrizione territoriale. Il vice-presidente Montella e il consigliere Verli chiedono che Airola torni a far parte della provincia di Terra di Lavoro; sostengono che già sono state date contribuzioni all’altra provincia per strade e pubblici edifizi e nel cambiamento bisognava affrontarne delle nuove. In compenso potevasi unire a Benevento il mandamento di Cervinara e quelli di Altavilla e Montefusco. Si oppone il Prof. Onofrio Parente di Ceppaloni, che dichiara vacillante la deduzione: Benevento come regione centrale del Sannio, detto Sannio Caudino, ha i suoi diritti su Airola dai tempi antichissimi. Su 23 votanti, 3 sono per la mozione Montella-Verli, 20 sono contrari. Il nuovo governo di Torino, mediante i mezzi di comunicazione vicini come il Giornale officiale mette in risalto come la leva dell’esercito italiano si svolga in tutti i circondari con manifestazioni di gioia e grida di “Viva il re d’Italia, Viva Garibaldi”. Nel Circondano di Benevento i Comuni di Montesarchio e Moiano conducono le reclute nel capoluogo con musica e bandiera. In realtà proprio la leva obbligatoria fu una delle cause del brigantaggio postunitario [Giornale officiale, n. 293,11.12.1861. A Moiano l’anno successivo ci furono tumulti per la leva, volendo “i galantuomini escludere i suoi congiunti dal bussolo, facendovi invece comprendere altri infelici cui non spettava”. Cfr. Roma, venerdì 12 dicembre 1862.]