Condizioni del Reame Delle Due Sicilie nel corso dell’anno 1862 -II

copertina-colpo_d_occhio_su_le_condizioni_del_reamRICERCA EFFETTUATA SU “GOOGLE LIBRI” DAL LIBRO “COLPO D’OCCHIO SULLE CONDIZIONI DEL REAME DELLE DUE SICILIE NEL CORSO DELL’ANNO 1862 ” -Edizione 1863

PARTE SECONDA RELIGIONE
COLPO D’OCCHIO CAP. I PAG 17-19
[…]

35. E quando, dopo tante usurpazioni de’conventi e delle loro rendite, si medita alla misera sorte de’religiosi, e delle claustrali, ridotte alla assoluta mendicità, non si potrà rimanere insensibile. Di fatto, gli stessi giornali di Torino ( La Discussione di 30 dicembre) censura l’amministrazione della Cassa Ecclesiastica per  „ gl’innumerevoli abusi degl’impiegati, per la pessima « gestione pecuniaria, e per aver ridotti i frati e le monache ad una pensione di otto soldi al giorno, e questa nè pur liquidata, interamente; nè, pur pagata dopo 2 anni! » .

IV. Ma quale libertà, quale protezione legale può sperare il clero sotto un governo illegittimo che permette tante persecuzioni, ed altre più accanite ne aggiunge per capriccio? – Il programma officiale sul trattamento agli ecclesiastici è così formolato nel Parlamento di Torino dal deputato calabrese, Benedetto Musolino in una delle tornate del mese di Giugno: …….
“Noi non daremo altra libertà alla chiesa, se non come a’ valdesi, ed a’turehi, ma l’indipendenza non mai! L’indipendenza del cero è una eresia politica : il Papa non può pretenderla!……..».
Garibaldi, nei tanto applauditi suoi discorsi pubblici, ed encicliche, non si stanca di reiterare le-bestemmie contro il Sommo Pontefice, contro i Vescovi , contro gli ecclesiastici in generale, che non occorre di trascrivere, essendo troppo notorie.
E pure, ad onta di così implacabile avversione governativa molti sacerdoti hanno il cristiano coraggio di smentire i falsi indirizzi contro la pontificia Sovranità temporale, ne’quali si è fatto abuso de’loro nomi, o di ritrattare le sottoscrizioni loro strappate con violenza, con frodi, con rigiri. II prefetto di Catania, che usurpando anche l’autorità spirituale permette a’predicatori di fare i quaresimali in disprezzo del divieto de’Vescovi, organizza in sua casa una petizione in nome del clero per indurre il Papa a cedere Roma, e fattala presentare a monsignor Vicario capitolare D. Gaetano Asmundi, questi la respinge ; e perciò la si affida ad un comitato di scapestrati giovani, che avendo il loro gabinetto in piazza, invitano ognuno de’sacerdoti di passaggio a segnare ivi il loro nome; ed al rifiuto di costoro, li caricano di vituperii; a’quali ben volentieri sà rassegnarsi quel clero, che non è dell’atea scuola fatalistica, la quale si concilia coi fatti compiuti.

L’arbitraria intrusione governativa si estende ne’seminarii vescovili, dove si pretende secolarizzare gli studii ecclesiastici, e si commette un altro attentato, oltre i tanti, a danno dell’Episcopato napoletano. Rimarrà come documento per la storia la costui dignitosa e motivata protesta del 1 novembre, avverso alle circolari ministeriali de’5 settembre, e 2 ottobre, le quali accusando la tema di:
“non essere l’ammaestramento ne’Seminarii conforme all’attuale ordinamento del governo, e piuttosto contrario all’ unità italiana” vi ordinano la sorveglianza di polizia, applicando loro gli articoli 59. 60. 61. del decrcro luogotenenziale de’10 febbraro 1861 risguardante la istruzione secondaria a cura dello Stato.

E la stessa anti-religiosa intrusione governativa si estende pure ne’pii stabilimenti di pubblica beneficenza in Napoli: cosi i nuovi governatori del Real Albergo de’poveri, e degli altri istituti da questo dipendenti discacciano gli antichi ecclesiastici addetti pel servizio divino a prò di tanti infelici reclusi, sforzando, ma invano, le loro coscienze, per la prestazione del giuramento, non già secondo la formola della Chiesa (come erano pronti a fare que’sacerdoti); ma secondo la formola del Ministero di Torino; e sostituiscono loro presbiteri passagliani.
I medesimi governatori, a sradicare il sentimento religioso in quegli alunni, inculcano: – « non esser necessaria tanta pietà e religione; bastare la messa ne’di festivi, esclusa quella quotidiana; – confessarsi qualche rara volta; – richiedersi ora libero tratto, e franco da’pregiudizii de’preti ».
E coordinatamente a queste nuove teoriche in materia religiosa un giornale governativo di Torino osserva: -“Noi abbiamo domandato mille volte, che si fosse cessato di far sentire a’Soldati la messa per obbligo; siccome si è già cessato d’imporla agli studenti. – Al gran principio di Chiesa libera in « Stato libero noi abbiamo agginto,quest’altro, di armata libera in Chiesa libera”.

Una chiesa protestante del culto anglicano (in disprezzo dello stesso testo della Costituzione, che riconosce come unica religione dello Stato la Cattolica) viene inaugurata in Napoli, su quel terreno accordato due anni prima da Garibaldi, ed autorizzatasene poi la costruzione sotto il ministero Ricasoli. La cerimonia è però tenuta segreta per evitare disordini. Appena però il fatto è divudgato per la Città , una, perturbazione inesprimibile s’impossessa del popolo, e le declamazioni più vive sono lanciate in pubblico centro i piemontesi, e gli eretici lorialleati. – Questa emozione non si calma che a gran fatica, e con l’aiuto della disciplina di ferro, che pesa su Napoli; ciò che però dà una nuova occasione alla popolazione napoletana di manifestare quell’amipatia contro i piemo«esi, che le 120miia bainette di Lamarmora non possono vincere.

Su tale oggetto altronde il giornalismo napoletano esprime il seguente giudizio:
-“Non è. il protestantesimo, vhe ci minaccia, potendo esso dirsi moribondo in quella stesa Germania, dove ebbe vita; ma sì bene l’ateismo schietto che vorrebbe intro
dursi in Napoli col favore del nuovo governo, ed il tarlo assai più funesto dello indifferentismo. Questi sono i due veri giganteschi nemici del cattolicismo patrio!”
Per coronare gli argomenti finora esposti si, ha la franca rivelazione di uno degli ultimi proconsoli piemontesi , che han governato Nopoli, Il conte Ponza di S. Martino assicura alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul brigantaggio « che le vessazioni del governo piemontese in Napoli contro la Chiesa producono
principalmente la reazione. I napoletani sono anzi tutto Cattolici, e vogliono un Governo Cattolico; nè questo governo potranno mai averlo da’piemontesi e dalla fazione loro fautrice ».

 

La Ricerca effettuata dal Prof.Renato Rinaldi verrà pubblicata in sei Puntate in considerazione della dettagliata analisi sociale, economica, militare, della Giustizia e della politica nel Reame delle Due Sicilie all’indomani della travagliata Unità d’Italia.