Petizione intorno alla Mongiana

COPERTINA MONGIANA Rendiconti_del_Parlamento_Italiano-2
RICERCA EFFETTUATA DAL Prof. Renato Rinaldi su : “GOOGLE LIBRI” DA: “Rendiconti del Parlamento Italiano Sessione 1867” VOL.I -Firenze 1867

pag 369-371

Tornata del 26 aprile1867
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Colla. petizione 11.261 il comune di Serra San Bruno (circondario di Monteleone), domanda che sia riordinato, attivato e mantenuto di conto dello Stato lo stabilimento metallurgico di Mongiana; le ragioni che addusse il municipio sono la deplorabilità delle condizioni economiche degli operai e dei cittadini del comune medesimo .
A queste ragioni il municipio in uno studio piuttosto voluminoso aggiunge delle avvertenze le quali potrebbero essere utili a considerarsi dal Governo prima però che questo stabilimento metallurgico fosse stato dato all’indutria privata..

Ma siccome allo stato attuale questo stabilimento si trova già da parecchi anni concesso in affitto; e siccome d’altronde tutti i motivi esposti in questa petizione non menerebbero a veruna conclusione a favore del municipio medesimo, la Commissione ha creduto di proporre alla Camera l’ordine del giorno puro e semplice; osservando però çhe queste carte potrebbero servire per degli ottimi suggerimenti al Governo, quando fosse cessato il contratto attuale d’affitto, e quando si venisse nella decisione di concedere poi lo stabilimeto metallurgico all’industria privata.

D’AYALA. Domando la parola.
PRESIORNTE. Parli.

D’AYALA. Noi abbiamo avuto il sunto delle petizioni poco prima di entrare nella Camera, perciò io non poteva sapere di questa petizione intorno alla Mongiana. L’argomento essendo gravissimo avrei potuto certo prepararmi per dire qualche cosa che potesse essere degna dì essere ascoltata; pur tuttavolta la Mongiana è uno stabilimento che ha bisogno invero dell’occhio del Governo; poichè, sia appartenente all’industria privata, sia appartenente all’industria pubblica, è certo una richissima fonte dell’industria nazionale.
In quello stabilimento si sono spesi oltre a 6 milioni, ed è ricco, non di una, ma di due fonderie, delle fonderie forse le più grandiose che vi possano essere in Italia, specialmente quella che è nel mezzo del bosco di Stilo, tra mezza strada da Mongiana insino alla miniera di Pazzano, le quali fonderle hanno dato dell’ec­ cellente ferro di prima fusione ed anche di seconda; talmente che la marineria si è servita anche di quelle fonderie per avere ancore e gomene, le quali hanno resistito alle maggiori forze dinamiche.
Per la qual cosa io pregherei l’onorevole relatore e la Commissione a volere mandare questa petizione al ministro d’agricoltura e commercio, e anche a quello delle finanze perchè potesse questo stabilimento dare i suoi lodati prodotti all’industria nazionale; ma nello stato miserrimo in cui è, non dà niente di lavori, e la industria mettallurgica si trova in uno stato veramente lagrimevole. E non solo a questo importante ramo d’industria dobbiamo guardare, ma ad una popolazione la quale ha sempre vissuto e vive dell’industria siderotecnica; poichè là era una fabbrica d’armi, ed ora questa fabbrica capace di dare 12.000 armi all’anno in questo momento intende a far ristauri di vecchi fucili guastissimi: là, oltre l’armeria, è poi l’officina delle costruzioni, tutte le officine che servono a preparare i getti ed altre diverse.
Laonde potrebbe quel grandioso stabilimento essere adoperato al bisogno; ed io non credo che con l’occhio vigile del Governo la Mongiana possa far mala prova, anzi farebbe prova eccellente, come ha fatto qui nella Toscana in Piombino quella per l’acciaio Besmer; ed allora tanto il ministro dell’industria e commercio, quanto quello delle finanze potrebbero veder modo di far uscire la Mongiana da questa condizione quasi moribonda, e dare a quelle industri popolazioni pur qualche speranza di vita, perocchè non hanno altro da fare e lavorare in quelle selve degli Appennini. Io, che sono stato in Mongiana, debbo assicurare la Camera che la sera bisognava guardarsi attorno, perchè eravamo in mezzo ai lupi; in guisa che è pietà anche di guardare benevolmente quelle popolazioni; tanto più poi che sono contornate da altre popolazioni della Fabrizia e di Serra, le quali sono eccellenti in diverse importanti industrie nazionali.
Io metto tutta la mia opera perchè questa petizione possa meritare uno sguardo penetrante di qualcheduno dei due ministri che ho accennato.

LOVITO, relatore. La Commissione è venuta nella conclusione di proporre l’ordine del giorno puro e semplice per due oonsiderazioni: 1° perchè questo stabilimento metallurgico è già dato in affitto da parecchi anni; 2° poi perchè da parte del municipio di Serra San Bruno non c’era nessuna ragione per cui la Commissione potesse da questa petizione concludere in favore di esso.
La Commissione si astenne dall’entrare nel merito della questione, come testè faceva l’onorevole D’Ayala. Essa non ha giudicato se il Governo abbia fatto bene o male ad amministrare in quel modo lo stabilimento di Mongiana; non guardò se esso poteva essere condotto in migliori termini, anche perchè potesse affittarsi a patti più convenienti.
La Commissione si è completamente astenuta da queste osserrvazioni; essa, tra perchè non poteva concludere in favore del municipio di Serra San Bruno, che non aveva nulla a domandare, tra perchè la questione già era pregiudicata, trovandosi quello stabilimento da parecchi anni affittato, non diede alcun giudizio sul merito di questo stabilimento, e propose l’ordine del giorno puro e semplice.

PRESIDENTE. L’onorevole D’Ayala fa una proposta od esprime solo un desiderio ?

D’AYALA . Io facevo appunto la proposta che, invece di seppellire la petizione con un ordine del giorno puro e semplice, si rinviasse al ministro di agricoltura e commercio; poichè se questo non si concede, io sarò sforzato, contro mia voglia, perchè nemico delle facili interpellanze, a muovere una interpellanza su questo argomento che mi pare della più grande gravità per l’industria e la ricchezza. nazionale.

RATTAZZI, presidente del Consiglio dei ministri e ministro per l’interno. Se è semplicemente perchè si esamini nuovamente la questione, per me sono indifferente che di questa petizione si deliberi l’invio al ministro delle finanze od a quello di agricoltura e commercio; ma se la Camera mandasse questa petizione al Ministero, io temo, massime dopo la discussione che ha avuto luogo, che si venga in certo modo implicitamente ad ammettere un principio che non credo sia nell’intenzione del Parlamento. Si è sempre biasimato il Governo, quando si fa industriale, quando amministra esso stesso stabilimenti industriali, e credo sia biasimato con molta ragione, perchè di queste opere non vi é amministratore peggiore del Governo.
È fuori di contestazione che questi stabilimenti si debbono lasciare all’industria privata, la quale sola è in grado di vedere quello che meglio convenga di fare. Ora, se la Camera delibera l’invio al Ministero di questa petizione, io temo che con questo dimostri implicitamente di volere entrare in una via diametralmente opposta, cioè ammetter il principio che il Governo debba esso stesso mettersi ad amministrare questi stabilimenti industriali.
Io dunque mi riassumo. Se l’onorevole deputato D’Ayala intende di mandare questa petizione al Ministero unicamente perchè veda quello che si possa fare nell’interesse di questo stabilimento, senza però prendere impegno di sorta, io non ho difficoltà di accettare quest’invio…

D’AYALA. Appunto.

RATTAZZI, presidente del Consiglio dei ministri e ministro per l’interno. Ma se egli intendesse di fare ammettere il principio che il Governo debba egli stesso assumersi quest’amministrazione, e così stabilire di nuovo quello che molto saviamente, io credo, il Governo aveva abbandonato, certo in questo senso io mi opporrei alla proposta dell’onorevole D’Ayala.

PRESIDENTE. La parola spetta all’onorevole La Porta.

LA PORTA. La Commissione esaminò questa petizione sotto l’aspetto con cui si presentava, cioè come una domanda che lo Stato riprendesse l’amministrazione dell’opificio di Mongiana; il deputato D’Ayala invece, senza contraddire alle conclusioni della Commissione in quanto riguardava questa speciale considerazione, ne trasse argomento per chiedere che questa petizione venisse trasmessa al Ministero, non perchè esso riordini questo stabilimento e ne riprenda l’amministrazione, ma perchè lo aiuti con tutti i mezzi di cui può disporre.
E non ha forse il Governo mezzi per aiutare un opificio metallurgico? Tutte le commissioni che esso dà all’estero non potrtbbe darle agli opifizi nazionali? Non deve il Governo considerare che,in fatto di opifizi metallurgici,non si tratta unicamente di una questione che riguarda l’interesse privato, ma si tratta di una questione che riguarda l’interesse dello Stato ?
Era in questo senso che parlava l’onorevole D’Ayala, ed è in questo senso che io raccomando alla Camera che voglia trasmettere la petizione al Ministero, non perchè egli si faccia amministratore e fabbricatore di ferro, poichè sono contrario, e credo lo sia pure l’onorevole D’Ayala, a questo sistema ; ma ritengo che il Governo, in vista di mantenere un’industria necessaria tanto allo sviluppo della ricchezza pubblica, quanto allo sviluppo della potenza commerciale e militare dello Stato, voglia aiutarlo con delle commissioni che la facciano prosperare e lo ritornino in vita mentre esso versa, come diceva, in istato di agonia.
In questo senso credo che il Ministero non avrà difficoltà di accettare la petizione, e l’onorevole D’Ayala potrà essere soddisfatto.

VALERIO. Mi occorre solo di richiamare un fatto che mi pare opportuno di ricordare in questa circostanza alla Camera.
La questione di Mongiana è già venuta più volte innanzi a questo Parlamento; quasi ad ogni discutersi di bilancio sorse chi ha messo davanti agli occhi del Parlamento l’anormalità di quello stabilimento, il quale costava allo Stato più di quello che rendeva. Le conclusioni dei discorsi che suonarono su questa materia nel Parlamento e dal banco dei deputati e da quello dei ministri furono sempre che convenisse finalmente, come credo convenga oggi ancora, di dare alla industria privata questo stabilimento; ma non darlo solo affittandolo, bensì vendendolo all’industria privata.
Uno dei ministri delle finanze nel tempo trascorso ha creduto di far la prova con un affittamento, e questa prova ha dato quei risultati che abbiamo visto, e che ben si potevano prevedere.
Io non obbietto alle idee che hanno mosso l’onorevole La Porta a parlare del modo con cui può il Governo aiutare l’industria privata, specialmente in quelle materie che tengono alla difesa dello Stato; e ricordo pure alla Camera che a questo proposito già una Commissione nominata dal ministro della marina (che era in quel tempo l’onorevole Menabrea), una numerosa e molto competente Commissione ha fatto un lavoro importantissimo su questa materia, ed ha indicato i modi con cui il Governo può benissimo in tempo di pace preparare l’industria privata, onde provvedere al caso di guerra. Ma io sarei affatto contrario a che il Governo in qualunque modo retrocedesse dalla via in cui si è avviato, benchè indirettamente, per rispetto allo stabilimento di Mongiana; ed anzi vorrei che si spingesse alla diretta esecuzione di ciò che si fu sempre nel desiderio del Parlamento, di ciò che è la conseguenza dei principii che qui sempre si propugnarono a questo riguardo; cioè che una volta si vendesse lo stabilimento di Mongiana.

TORRIGIANI. Domando la parola.

PRESIDENTE. Ha facòltà di parlare.

TORRIGIANI. lo credo che qui convenga distinguere le questioni. L’onorevole La Porta vorrebbe, se ho bene inteso, mandare questa petizione al ministro dell’interno….
Voci. Al ministro d’agricoltura e commercio.

TORRIGIANI. Ma a quale scopo? Allo scopo che venga alimentato questo stabilimento con ordinazioni di lavoro. Ora, lo scopo della petizione è tutt’altro; è invece che si riordini questo stabilimento, e che sia mantenuto per conto dello Stato. Questo è contrario ad ogni sano principio amministrativo ed economico, e la Commissione delle petizioni non poteva che concludere, come ha concluso.
Io prego l’onorevole La Porta ad osservare che, se egli insiste perchè piaccia alla Camera di ordinare l’invio al ministro d’agricoltura e commercio, la petizione viene ad assumere un altro aspetto; bisogna allora che la petizione sia raccomandata per lo scopo stesso per cui i postulanti la inviarono.
Io quindi raccomando alla Camera di attenersi alle conclusioni che la Commissione delle petizioni ha creduto di dover adottare.

LA PORTA . Domando la parola.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.

LA PORTA. Quando s’invia una petizione al Ministero colla dichiarazione formale che non s’intende affatto raccomandarla per la parte che essa importa del ritorno dell’opificio allo Stato, ma perchè coi mezzi giusti, coi mezzi corrispondenti alla scienza economica, sia alimentato l’opificio di Mongiana, gl’inconvenienti che teme l’onorevole Torrigiani più non sussistono.
Io aveva lodate le conclusioni della Commissione in quanto riguardavano il merito della domanda; ma ad un tempo io non voleva l’ordine del giorno puro e semplice, perchè quando si presenta alla Camera una quistione, la Camera è arbitra della questione stessa ; la Camera rigetta la petizione in quanto riguarda la ingerenza del Governo nell’opificio di Mongiana, ma la raccomanda per quanto riguarda all’importanza che ha per lo Stato che questo stabilimento non cada.
Perchè una questione di formalismo deve far equivocare dannti all’opinione pubblica il concetto che ha la Camra sulla questione ?
La questione è distinta: quella che riguarda la domanda è rigettata dalla Commissione e dal consenso di tutta la Camera; ma in quanto al rinunziare ad ogni azione della Camera rispetto all’opificio di Mongiana, io non sono coll’onorevole Torrigiani, concordo invece cogli onorevoli D’Ayala e Valerio a credere si debba prendere questa occasione per raccomandare al Ministero la domanda per la parte soltanto che riguarda i mezzi di cui può disporre il Governo per aiutare quest’opificio.

PRESIDENTE. La parola spetta all’onorevole D’Ayala.

D’AYALA. Parmi che l’opinione dell’onorevole Torrigiani potrebbe anche essere rispettata fino ad un certo punto, poichè noi domandiamo che si mandi la petizione soltanto per le prime due parti, vale a dire pel riordinamento e l’attivazione, non per la terza parte che dice: mantenimento a conto dello Stato.
Noi siamo contrari certamente al consiglio che lo Stato diventi, per suo conto, industriale; epperciò, come diceva l’onorevole Valerio, il temperamento da prendersi è quello di vendere lo stabilimento. Ma volete vendere uno stabilimento quando lo avete ridotto a nulla ?
Allora non potrete ritrarne che un minimo prezzo; per venderlo meglio, è necessario alimentarlo, e dargli vita continua e prospera.
Le condizioni presenti della Mongiana sono tali che non si potrà certamente trovare un compratore, perchè ridotta ad uno stato veramente deplorevole, tanto più, non lo so con certezza, ma credo che sulla Mongiana graviti la manutenzione della strada da Mongiana al Pizzo, essendo quella la via per cui i nostri ferri e le nostre fusioni andavano sul mare, là dove è anche deposito, il quale deposito al Pizzo è forse a quest’ora mezzo diruto e sdruscito, a danno dello Stato, poichè non è più guardato; e giudico che ildemanio lo perderà se prontamente non provveda a conservarlo. Oltre di questo forse v’è anche il mantenimento di alcune strade le quali andavano da Mongiana nei mandamenti circonvicini, appunto pei faggeti e le abetaie che vi erano d’attorno, come da Mongiana a Davoli, Fabrizia, Razzona, Vallelonga.
Conseguentemente, se noi domandiamo che si rimandi la petizione al Ministero, non lo facciamo di certo per secondare un pensiero che noi non possiamo far nostro, cioè che lo Stato diventi manifattore, e trafficante, ma vogliamo soltanto che il Governo badi perchè questo stabilimento importantissimo non perisca, anzi faccia in modo che possa un giorno o l’altro vendersi a benefizio dello Stato e non a detrimento pubblico.

PRESIDENTE. L’onorevole Sineo ha inviato alla Presidenza una proposta formolata in questi termini :
« La Camera, riconoscendo l’opportunità di dare incoraggiamento all’industria di cui si tratta, rinvia la petizione al Consiglio dei ministri.»
L’onorevole Sineo ha facoltà di parlare.

SINEO. Lo scopo e l’effetto d’un invio ordinato dalla Camera sono determinati dalla discussione che precede quest’invio io credo che la discussione ha eliminato sufficientemente il pericolo cui alludeva l’onorevole membro della Commissione che parlò poc’anzi. Il Ministero accoglie le petizioni, e deve tenerne conto….

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