Lorenzo Del Boca – Indietro Savoia

9788838470400BFucilazioni e stragi in nome dei Savoia la storia negata del nostro Risorgimento
Pierluigi Battista

IL sottotitolo del libro Indietro Savoia! di Lorenzo Del Boca (pubblicato da Piemme) recita così: «Storia controcorrente del Risorgimento». Il presupposto di un sottitolo di tal fatta è che esista una storia «sacra» del movimento che portò all’Unità d’Italia, che di questa storia sia tuttora tramandata una versione edulcorata, manipolata, omissiva, reticente, se non addirittura omertosa. Che il divario tra il mito risorgimentale e la sua effettuale realtà storica sia ancora intollerabilmente ampio. Che occorra spulciare archivi e memorie, porsi interrogativi scomodi, reinterpretare avvenimenti, mettere in una nuova sequenza logica fatti apparentemente marginali. Anima un’impresa del genere una buona dose di sospetto: il sospetto che non tutto sia stato raccontato, che molto sia stato sottaciuto, che la sacralità di una tradizione abbia cancellato molte cose. Del Boca, a proposito della storiografìa e della mitologia correnti sul Risorgimento, ha molti sospetti, come sa chi ha letto il suo precedente Maledetti Savoia. E la domanda che un lettore non prevenuto dovrebbe porsi è: è giustificato il sospetto di Del Boca? Ci sono ancora punti oscuri, episodi sottovalutati nell’epopea risorgimentale che a distanza di tanti anni dovrebbe essere finalmente sottoposti a una libera e non impacciata disamina storica? La risposta, a lettura ultimata, è: sì, il sospetto di Del Boca è più che giustificato. E non perché non esista ormai un’abbondante produzione «controcorrente» sul Risorgimento italiano ma perché il carattere oramai storicamente assodato di molti fatti ricostruiti e reinterpretati da questo filone «controcorrente» di cui Del Boca è scrupoloso custode stenta a diventare senso comune. Purtroppo nel dibattito storiografico italiano alla libera discussione sui fatti viene preferito il processo alle intenzioni: perché scrivi questo? Quali reconditi e presumibilmente deleteri progetti ti inducono a scrivere e divulgare cose tanto sconvenienti? Vuoi forse tu negare il valore storico del Risorgimento e delegittimare, attaccando le sue origini, la storia patria e la nostra bandiera? Se si ragionasse esclusivamente sui fatti, sarebbe una bella sfida intellettuale, ad esempio, la lettura del capitolo di Del Boca dedicato alla repressione del brigantaggio. In questo capitolo si parla di fucilazioni di massa, di cruente rappresaglie da parte dell’esercito della nuova Italia, di villaggi saccheggiati e distrutti, di popolazioni trucidate. Per entrare nei particolari, si parla di un paese, Pontelandolfo, distrutto col ferro e col fuoco, e della sua popolazione sterminata dagli uomini con la divisa del Piemonte. È un’esagerazione di Del Boca? Oppure, i dati riportati sono inoppugnabilmente veri? E in questo caso, giova di più presidiare i confini della storia «sacra», demolire l’inopportuno «revisionismo» oppure capire le ragioni di ciò che accadde a Pontelandolfo? Altro tema scandaloso, che Del Boca affronta con una spavalderia che certamente gli attirerà critiche e rampogne: quello dei «lager dei Savoia», già descritti da Fulvio Izzo. Del Boca parla dell’inferno dei campi di Fenestrelle e di San Maurizio dove vennero rinchiusi migliaia e migliaia di «cafoni meridionali» destinati a morire di fame e di freddo. «Morti senza onore, senza tombe, senza lapidi e senza ricordo. Morti di nessuno. Terroni», scrive con prosa espressionistica Del Boca. È possibile reagire con indifferenza alla cronaca di questi fatti? È un’assurda profanazione della storia «sacra» interrogarsi sulle ragioni di tanta crudeltà? Forse è possibile, senza grotteschi processi postumi al Risorgimento, ma senza intolleranze. Accettando tutte le memorie. Anche quelle scomode.

LA STAMPA MARTEDÌ 13 MAGGIO 2003 CULTURA E SPETTACOLI

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